Ci sono calciatori che si legano in maniera indissolubile ad alcune città, in un rapporto complice e intimo, come lo è stato quello tra Alessandro Melli e Parma. L’attaccante ha associato il suo nome alla città emiliana, dove ha vissuto gli albori della favola dei parmensi, la promozione in Serie A nel 1990, vittoria della Coppa Italia del 1992 e della Coppa delle Coppe conquistata in un notte di maggio a Wembley.
Natio di Agrigento, la sua carriera comincia nell’Audace Parma prima del passaggio nelle giovanili del Parma. Nella stagione 1986/1987 esordisce in Serie B con i Ducali e segna il suo primo gol in campionato contro la Sambenedettese. Prima aveva già messo a segno due reti in Coppa Italia.
Il Parma disputa stagioni importanti nella serie cadetta, piazzandosi sempre a metà classifica. Melli fa fatica ancora ad imporsi a causa di qualche acciacco fisico e del rapporto con i suoi allenatori, Zeman e Vitali.
Nella stagione 1988/1989 va in prestito al Modena.
La stagione della svolta è quella 1989/1990. Il suo rendimento cresce a vista d’occhio, anche perché sulla panchina del Parma arriva Nevio Scala. Trasforma “Mellino” in un calciatore determinato e determinante che contribuisce all’ottima stagione degli emiliani segnando dodici reti.
Alla 37^giornata va di scena il derby contro la Reggiana.
La partita da quelle parti è sentitissima, come può confermalo lo striscione di qualche anno prima (“grazie Reagan, bombardaci Parma”). Il Parma vince 2 a 0 il derby, con le reti del Sindaco Osio e di Melli, binomio dei futuri successi Ducali. Per Melli ancora oggi quella rete ha un sapore speciale: “Il gol che mi emoziona di più è quello della promozione in Parma-Reggiana. Dico quello perché segnato nel derby, al 90’ e per il valore che ha” (Fonte Fanpage.it).
Il Parma si cala bene nella nuova realtà e la serenità della città aiuta i calciatori ad esprimersi al meglio, senza particolari pressioni.
La squadra si toglie grandi soddisfazioni e Melli diventa uno degli uomini chiave di Scala. Segna tredici reti, infila la porta delle big e soprattutto realizza un’indimenticabile doppietta al Milan il 20 gennaio 1991, all’ultima giornata di andata. Proprio i rossoneri sarebbero pronti a imbastire una trattativa con il Parma per accaparrarsi il giocatore, ma lui resta dov’è.
Melli è il nuovo che avanza e il calcio avvolgente di Nevio Scala lo vede come finalizzatore. Trasforma in oro tutto ciò che passa dai suoi piedi e a fine stagione arriva una clamorosa quanto mai meritata qualificazione UEFA, scalzando la blasonata, e deludente, Juve di Maifredi.
La stagione successiva per Melli è vissuta tra alti e bassi.
Il Parma finisce settimo in classifica, fuori dall’Europa, ma arriva a giocarsi la finale di Coppa Italia contro la Juventus. I bianconeri hanno la possibilità di mettere in bacheca un trofeo in una stagione nella quale si sono dovuti arrendere a un Milan tritasassi. L’uno a zero dell’andata è un vantaggio rassicurante per la Vecchia Signora ma il Parma è squadra capace di giocare brutti scherzi alle avversarie. È una di quelle serate che rimangono nella storia del calcio italiano.
Il Parma riprende la finale proprio con Melli e la ribalta con Osio, gli uomini dei successi. Scala concede ad Alessandro l’onore di uscire prima della fine della partita per concedergli gli applausi del suo pubblico, della sua Parma. Il legame è ormai indissolubile.
Alzano la Coppa Italia i parmensi sotto le note dell’Aida, una sinfonia che a Parma è sinonimo di vittoria.
Si torna in Europa.
All’esordio, l’anno prima in Coppa UEFA, i gialloblù sono andati subito fuori al primo turno per mano dei bulgari del CSKA Sofia. Melli segna sedici reti stagionali, dodici in campionato, uno nella Supercoppa Italiana persa col Milan e tre in Coppa delle Coppe, dei quali il più importante nella finale di Wembley del 10 maggio contro l’Anversa. Il 3 a 1 ai belgi marchiato sempre da quei due e dal veterano Cuoghi ai titoli di coda, proietta i parmensi nell’Olimpo del calcio continentale, compiendo l’impresa di passare dalla Serie B alla conquista di una coppa europea nel giro di soli tre anni.
Il Parma è una realtà del calcio italiano e le pretese nella città diventano più alte.
Inizia a insinuarsi per le vie, nei bar e allo stadio la parola Scudetto, il sogno più grande, quasi impronunciabile. Il mercato porta in città Zola, Crippa e Sensini. Arriva la prestigiosa affermazione in Supercoppa Europea: un Parma corsaro ribalta l’esito della sfida del Tardini nella Scala del Calcio e soffia al Milan, apparso quasi rinunciatario e dimesso, il trofeo.
La stagione realizzativa di Melli tuttavia è al di sotto delle precedenti.
Cinque gol in campionato e tre in Coppa Italia sono il bottino finale che anticipa l’addio da Parma e così Melli va alla Sampdoria.
A Milano, Ruud Gullit, tornato di fretta alla corte di Capello dopo la separazione dell’anno prima, esprime la volontà di porre fine al suo rapporto con il Milan. ”Qui non resto” è la frase che sancisce il definitivo divorzio. Ruud torna a Genova nel novembre del 1994 e Melli viene inserito nella trattativa, evitando un clamoroso autogol, uno scambio con Dennis Bergkamp, giocatore in forza all’Inter. Melli gioca poco, solo sei partite, a lui vengono preferiti, come ha avuto modo di dire, giocatori di proprietà che godevano di una sorta di priorità.
Lascia comunque il segno. All’ultima giornata realizza il provvisorio vantaggio al 4’ nella sfida in trasferta contro la Fiorentina.
A questo punto Melli torna laddove si sente a casa, da sempre.
Al Parma resta altre due stagioni segnando quattro gol in quarantadue partite.
Dal 1997 al 2000 gioca nel Perugia raggiungendo la promozione nel teso spareggio del 1998 contro il Torino sul neutro di Reggio Emilia.
L’ultima rete in Serie A la realizza il 18 settembre 1999 contro il Cagliari.
La sua carriera termina in B con l’Ancona nella stagione 2000/2001.
Con la maglia Azzurra ha vinto un Europeo Under-21. Nella finale di ritorno contro la Svezia a Växjö, sotto di un gol, Cesare Maldini lo utilizza come terzino. La sua prestazione fatta di corsa, sacrificio, contribuisce al risultato e alla vittoria del trofeo. Ha fatto parte della Nazionale olimpica che ha partecipato ai Giochi di Barcellona 1992 realizzando due reti.
In Nazionale maggiore ha collezionato due presenze esordendo a Palermo in Italia – Malta 6-1 del 24/3/1993 in occasione delle qualificazioni ai mondiali del 1994. Melli è convinto che Sacchi l’avrebbe convocato per il mondiale a stelle e strisce se avesse avuto una condotta ineccepibile: “Rimasi fuori dalle convocazioni per Usa ’94 perché mi rifiutai di andare in panchina in una gara col Parma con Nevio Scala allenatore”(Fonte Parma Today).
Oggi Alessandro Melli lavora in un’azienda metalmeccanica. Si occupa dell’ufficio acquisti.
Nel tempo libero si dedica al padel.

BIO: VINCENZO PASTORE
Pugliese di nascita, belgradese d’adozione, mi sento cittadino di un’Europa senza confini e senza trattati.
Ho due grandi passioni: il Milan, da quando ero bambino, e la scrittura, che ho scoperto da pochi anni.
Seguire lo sport in generale mi ha insegnato tante cose e ho sperimentato ciò che Nick Hornby riferisce in Febbre a 90°: ”Ho imparato alcune cose dal calcio. Buona parte delle mie conoscenze dei luoghi in Gran Bretagna e in Europa non deriva dalla scuola, ma dalle partite fuori casa o dalle pagine sportive[…]”
Insegno nella scuola primaria, nel tempo libero leggo e scrivo.