HAKOAH VIENNA: LA SQUADRA EBREA PER CUI TIFAVA ANCHE FRANZ KAFKA                                                                                 

Sergio Giuntini, vice-presidente della Società Italiana di Storia dello sport, ha insegnato presso le Università di Verona, Milano Statale e Cattolica, Roma Tor Vergata. Tra i suoi più recenti saggi: “Storia critica del Milan 1899-2019” (Sedizioni, 2021); “Vincenzo Torriani e l’Italia del Giro” (Prospero Editore, 2021); “Storia dello sport femminile in Italia 1945-2020” (Aracne Editrice, 2021); “Lo sport imbroglione. Storia del doping da Dorando Pietri ad Alex Schwarzer” (Ediciclo, 2022). 

HAKOAH VIENNA

Come scrisse George L. Mosse i <<ginnasti austriaci aggiunsero nel 1880 una pregiudiziale ariana ai loro regolamenti e la loro Lega era vicina alle posizioni pangermaniste di Georg Von Schonerer>>.

Un antisemita viscerale, punto di riferimento giovanile per l’austriaco Adolf Hitler, che con le sue posizioni spinse nel 1899 alla costituzione della prima società ginnastica viennese composta esclusivamente da ebrei.

Dieci anni dopo, il 26 settembre 1909, sempre nella capitale dell’impero austro-ungarico nasceva l’Hakoah (Forza): il più importante club sportivo ebraico, per storia e titoli, d’Europa.

Vienna d’altronde era una città in cui la presenza della comunità ebraica era assai forte (nel 1910 raggiungeva l’8,6% (175.294 cittadini) su una popolazione complessiva di 2.031.420 abitanti e nel 1923 crebbe fino al 10,1% (202.513) su 1.865.780), e quindi antisemitismo da una parte e svilupparsi del sionismo all’interno d’un gruppo sociale assai numeroso e intraprendente dall’altro, non potevano che avere un significativo sbocco anche sportivo.

Il giornalista e scrittore Friedrich Torberg affermò che la polisportiva Hakoah aveva insegnato ai suoi avversari a dire “Signor ebreo”, e pare che per la sua squadra calcistica simpatizzasse persino Franz Kafka.

L’Hakoah, insomma, rappresentò l’esempio più mirabile di “Giudaismo muscolare” (“Muskelijudentum”) e divenne un simbolo d’orgogliosa appartenenza ebraica. Su posizioni sioniste, giunse a contare durante gli anni ’20 e ’30 quasi 7000 associati, scelse per colori il bianco e il blu e sulle  maglie dei suoi atleti campeggiava una grande stella di David.

L’idea di dare vita a un sodalizio sportivo con queste caratteristiche prese corpo a seguito dell’incontro calcistico amichevole tenuto a Vienna, il 23 maggio 1909, fra la squadra ebraica del Vivo es Atletikaiclub (VAC) di Budapest e quella locale del Cricket Football Klub.

Leopold Lipot del VAC propose di creare una squadra simile anche nella capitale austriaca e, il 16 settembre 1909, a cura di David Weinberger, nella sala di lettura degli studenti ebrei di Horlgasse si ritrovarono in una riunione preparatoria i soci-fondatori che, oltre a Weinberger, comprendevano Fritz Lohner, Weisz, Rufeisen, Benedikt, Ullmann.

 Così, ufficialmente, l’Hakoah vide la luce a distanza di dieci giorni, eleggendo primo presidente Fritz Lohner e potendo contare tra i cofondatori anche Robert Stricker, che nel 1919 siederà nelle aule del Parlamento austriaco quale unico rappresentante del Partito Nazionale Ebraico.

Fritz Lohner rimase presidente dell’Hakoah sino al 1919, quando gli subentrò Ignaz Hermann Korner.

 Korner (1881-1944), laureato in medicina, fu anche un dirigente apicale della federazione calcistica austriaca occupandosi del suo settore sanitario, e dal 1932 entrò a far parte del Consiglio della comunità ebraica viennese quale rappresentante della componente sionista.

 Dal 1930 divenne inoltre un rappresentante della “Palestine Oriented Lloyd” che organizzava molti viaggi, con partenza da Trieste, per il “Purim” e la Pasqua ebraica.

 Due ricorrenze che, nel 1938, caddero il 9 e il 6 aprile, in coincidenza con i giorni dell’”Anschluss” nazista dell’Austria, contribuendo a salvare molte vite di ebrei viennesi, tra cui quella di Korner che riuscì così a sottrarsi alla Shoah.

Nel 1913 l’Hakoah fissò la sede e i propri campi d’allenamento nella “Birnerplatz” di Florisdorf. Un sito dimostratosi presto inadeguato alle sue esigenze, e dopo la guerra si trasferì in un’area, tra Krieau e Praterkai, nel secondo distretto viennese di Leopoldstadt.

Qui, su una superficie di 37.000 mq., sorgevano impianti per la pallamano e l’hockey, 6 campi da tennis, una pista di 400 m. e uno stadio per il calcio – progettato da Hanns Rosenberg – con tribune in legno e una capienza di 18.000 spettatori.

Stadio inaugurato con un torneo promosso durante le festività pasquali del 1922. Su questo terreno da gioco si sviluppò la gloriosa epopea calcistica dell’Hakoah: la squadra dei sionisti, mentre il rivale Wiener Amateur era considerato quello degli ebrei assimilati.

Le origini della sezione calcistica dell’Hakoah risalgono al 1909, allorché si affiliò alla federazione (OFB), nel 1910 confluirono al suo interno numerosi calciatori anch’essi ebrei del Florisdofer Columbia e nel 1910-‘11 una sua squadra (Freund, Bader, Dukes, Straussler, Fritz, Weinberger, Jeno Gansl, Robert Spitzer, Ali Schonfeld, Mahl, Heidi Rosenthal) prese per la prima volta parte al campionato di quarta divisione.

Salita in terza, nel 1911-‘12 si classificò terza dietro Sturm e Rennweger, e trascorsi pochi anni il suo portiere Wilhelm Halpern, il 15 luglio 1917, scese in campo con la nazionale austriaca opposta all’ungherese.

Egli fu il primo di una lunga serie, poiché anche questi altri giocatori dell’Hakoah furono nel tempo chiamati a vestire le maglie di varie nazionali europee: Friedrich Donnenfeld, Leopold Drucker, Otto Fischer, Maximilian Gold, Max Grunwald, Moses Hausler, Norbert Katz, Alexander Neufeld, Egon Pollak, Max Scheuer, Siegfried Wortmann (Austria);

Béla Guttmann (da allenatore in Italia siederà sulle panchine di Padova, Triestina e Milan, e con il Benfica vincere due “Coppe dei Campioni” nel 1961 e ’62), Jozsef Eisenhoffer, Sandor Nemes, Rudolph Nikolsburger, Deszo Grosz, Erno Schwarz (Ungheria); Isidor Gansl (Romania); Edmond Weiskopf (Francia).

Nel 1919-‘20 l’Hakoah – allenato da Gusti Huber – conquistò la promozione in prima divisione, e già nel 1920-‘21 vi finì 4°. Nel 1921-‘22 sfiorò il titolo dietro al Wiener e nel 1922-‘23 si piazzò 7°. In quella stagione l’”11” ebraico (Halpern, Scheuer, Grunfeld, Kerr, Guttmann, Pollak, Neufeld, Hausler, Gansl, Hess, Katz) fu però protagonista d’una impresa a suo modo storica.

Il 19 maggio 1923, davanti a 40.000 spettatori, ospitò allo stadio Hohe Warte di Vienna gli inglesi del West Ham pareggiando la partita 1-1 (Hausler 25’, Watson 36’).

Un risultato estremamente onorevole e, il 3 settembre 1923, restituì la visita recandosi per l’incontro di ritorno a Londra. Un match che, a Upton Park,  i “biancoazzurri” (Halpern, Scheuer, Gold, Kerr, Guttmann, Pollak, Neufeld, Hausler, Grunwald, Lajos Hess, Katz) vinsero clamorosamente – con reti di Neufeld 24’, 31’, 48’, Hess 36’, Katz 61’ – 5-0.

Per il superbo football britannico si trattò di una delle più pesanti débacle mai subite, mentre l’Hakoah accrebbe la sua fama internazionale che la portò a compiere in quegli anni svariate trasferte all’estero. Nel 1924 e nel ’25 sconfisse 2-1, con una doppietta dell’ala destra Neufeld, lo Slavia Praga imbattuto in casa da un decennio, e poi 6-5 in rimonta a Vienna.

Sempre in quel biennio giocò in Egitto e in Palestina (al Cairo, Alessandria, Port Said, Gerusalemme, Tel Aviv) e nel 1926 intraprese una lunga tournèetransoceanica.

Partito da Vienna il 6 aprile, l’8 aprile a Parigi umiliò il Racing 10-4, e imbarcatosi per l’America vi giunse il 17.

Negli Stati Uniti Korner e due altri dirigenti dell’Hakoah furono ricevuti alla Casa Bianca dal presidente Calvin Coolidge, e il sindaco di New York, Jimmy Walker, consegnò alla squadra le chiavi della città.

Proprio a New York avvenne il debutto, il 20 aprile 1926, contro i Brooklin Wandereres battuti 3-0, e successivamente, macinando gare a ritmo frenetico, l’Hakoah affrontò questi avversari: Lavenders 0-0 (New York, 21 aprile); Kombination Isl 4-0 (New York, 25 aprile); New York Giants 0-3 (New York, 1° maggio); Providence Clamdiggers 2-2 (Providence, 2 maggio); Sparta Aba 6-1 (Chicago, 9 maggio); St. Louis Stars 4-2 (St. Louis, 15 maggio); Chicago Stars 2-3 (Chicago, 16 maggio); Brooklin Wandereres 6-4 (Brooklin, 22 maggio); Newark Skeeters 3-3 (Jersey City, 23 maggio); New York Giants 2-1 (New York, 29 maggio); Philadelphia Field Club 3-0 (Philadelphia, 31 maggio).

L’Hakoah si era rivelato un autentico rullo compressore con 7 vittorie, 2 sconfitte e 3 pareggi; 35 gol realizzati e 20 incassati.

Numeri-record che indussero l’American Soccer League (ASL) fondata nel 1922 ad avanzare delle offerte economiche vantaggiosissime a molti elementi (nel caso di Béla Guttmann gli venne garantito un bonus d’ingresso di 500 dollari e un salario mentile di 350) della squadra ebraica viennese, che si vide privata di ben 10 suoi titolari. Guttmann, Max Grunwald, Moses (“Moritz”) Hausler, Erno Schwarz,  Gustav (“Egon”) Pollak firmarono un contratto che li legava ai New York Giants; AlexanderNeufeld, Jozsef Esienhoffer, Heinrich Schonfeld, Leo Drucker, Lajos Fischer ai Brooklin Wanderes.

A compiere questa razzia furono i due presidenti ebrei di Giants e Wanderers, rispettivamente Maurice Vandewehhe e Nathan Agar, i quali contavano di sfruttare il grande bacino di tifosi ebrei dello stato di New York.

Il successo della prima passerella in nord-America ne assicurò una seconda nel 1927, toccando stavolta anche Toronto e Montreal. Un nuovò viaggio che indebolì ulteriormente l’Hakoah viennese, poiché stavolta ad accettare le allettanti prospettive statunitensi furono Alexander Fabian, Max Gold, Siegfried Wortmann e Rudolph Nikolsburger.

La trasferta, in aggiunta, non diede neppure gli introiti sperati. Alle tredici gare disputate assistette la metà degli spettatori raccolti nel 1926, e si concluse con un passivo di 30.000 dollari e le dimissioni da presidente della società di Ignaz Hermann Korner. Il quale si assunse la responsabilità morale di quel fallimento e, da quel momento, iniziò a reputare il professionismo incompatibile con gli ideali dello sport sionistico.

Nella fugace stagione del soccer ebraico i calciatori dell’Hakoah fermatisi negli Stati Uniti rimasero anch’essi invischiati nel duro scontro tra ASL e United States Football Association (USFA), l’organismo ufficiale del calcio americano. Tuttavia nel 1928-’29 il New York Hakoah, una nuova creatura di Vandewehle nella quale erano confluiti molti di loro, giunse secondo alle spalle del Bethelem Steel nella Eastern League dell’USFA, e vinse la United States Open Cup (1929).

Nella semifinale della Divisione est l’Hakoah newyorkese batté il New York Portuguese e nella finale si trovò di fronte il New York Giants, superato grazie a un gol di Eisenhoffer. Approdata così alla finalissima dell’Open Cup contro i vincitori dell’altra Divisione, i Saint Louis Madison Kennel, la squadra capitanata da Guttmann prevalse in trasferta e, il 7 aprile 1929, si ripetè nel ritorno per 3-0 con reti di Schwarz, Grunwald e Hausler.

Infine, l’ultimo atto di questa vicenda portò nel 1929 alla fusione tra New York Hakoah e Brooklin Hakoah dando vita all’Hakoahall Stars, un’esperienza che ebbe però una durata limitata per la profonda crisi che nel 1933, con la Grande Depressione, investì anche il soccer

Intanto, prima che la rovinosa emorragia americana rovinasse tutto, l’Haokah originale aveva continuato la sua regolare ascesa nel campionato austriaco.

Classificatosi nel 1923-’24 6°, nel 1924-‘25, all’atto dell’introduzione del professionismo nel paese, s’aggiudicò il titolo nazionale precedendo l’Austria Vienna.

Successo ottenuto da questo organico allenato dallo scozzese William Brown Hunter: Alexander Fabian, Scheuer, Joszef e Max Grunfeld, Gold, Richard Fried, Guttmann, Pollak, Neufeld, Schwarz, Hausler, Eisenhoffer, Katz, Grunwald, Karl Duldig, Jacob Wegener, Heinrich Foss.

La sicurezza del titolo giunse alla terz’ultima giornata, il 6 giugno 1925, nella partita esterna col Wiener Sport-Klub. Verso la fine della gara il risultato era bloccato sul 2-2 e il portiere dell’Hakoah Fabian, infortunatosi gravemente, era stato sostituito in porta da un compagno restando però in campo in un altro ruolo. L’incontro sembrava ormai destinato al pareggio, ma proprio Fabian con un tiro deviato da un avversario all’81’ siglò il 3-2 del successo.

Un risultato storico, che non ebbe seguito.

Settima nel 1925-’26, e ormai decimata dalle defezioni dei suoi migliori talenti attirati dagli ingaggi statunitensi, nel 1927-’28 retrocesse in seconda divisione. Una breve permanenza nella serie inferiore,  giacché nel 1928-‘29 ritornò immediatamente nell’élite del calcio austriaco inanellando 24 partite vinte su 24, 104 reti fatte e 13 subite.

Da qui in avanti l’Hakoah iniziò un’altalena fra A e B.  Nel 1929-‘30 finì nuovamente tra i “cadetti”, e nel 1930-’31 risalì in prima divisione giungendo seconda alle spalle del Brigittenauer. In questa serie rimase sino al 1934-’35, stagione in cui raggiunse pure la semifinale di Coppa d’Austria, per ricadere in B nel 1937 con un’unica vittoria in 21 partite.

Il suo penultimo anno di attività in quanto con l’Anschluss del 1938 (quando stava per risalire in A e fra i papabili che avrebbero potuto allenarla era stato fatto nuovamente il nome di Béla Guttmann, che già vi aveva seduto in panchina) la squadra ebraica viennese fu estromessa dai campionati.

Con l’annessione dell’Austria da parte della Germania (12 marzo 1938) la polisportiva venne sciolta, anche dopo aver apportato delle modifiche allo Statuto che si dava ora per scopo esclusivamente <<l’educazione fisica e culturale ebraica degli iscritti per l’emigrazione in Palestina o in altri paesi>>; i suoi  dirigenti furono rimossi e le strutture confiscate, assegnandole allo Sturmabteilung-Standarte 90.

L’Hakoah cancellata dall’antisemitismo austro-tedesco rinacque il 10 giugno 1945, e soltanto in virtù degli accordi di Washington del 2001, coi quali si riconobbe agli ebrei austriaci il diritto di tornare in possesso delle proprietà depredate dal nazismo, essa ha potuto ottenere dal municipio di Vienna un terreno su cui edificare la sua nuova sede.

L’11 aprile 2008, su un’area di 19.000 mq., è stato così inaugurato vicino allo stadio “Ernst Happel” il centro sportivo e ricreativo “Hakoah Karl Haber”.

E nel 2009, per il centesimo anniversario di fondazione, in Wehlistrasse nel distretto di Leopoldstadt ha aperto i battenti l’”Hakoah Leopold Bohm-Museum”.

Finanziato dal Fondo statale per le vittime del nazionalsocialismo e allestito in collaborazione col Museo ebraico di Vienna, esso conserva il patrimonio storico dell’Hakoah e la memoria dei suoi 37 dirigenti e atleti – i soli con sicurezza accertati – scomparsi nel “buco nero”della Shoah: 

Otto Aschkenasi (nuoto); Josef Berger (dirigente); Siegmund Birnholz (lotta; morto a Buchenwald l’11 novembre 1939); Philip Brukner (tennis tavolo); Robert Brunner (pallamano; deportato a Dachau il 6 giugno 1942, morto ad Auschwitz il 1° novembre 1943); Oskar Eisner (dirigente; deportato a Litzmannstadt il 19 novembre 1941); Otto Ferry (pallamano); Otto Fischer (football); Richard Friedmann (atletica leggera); Lisl Goldner (nuoto; deportata a Mechelen il 31 luglio 1943, morta ad Auschwitz); Alexander Gottlieb (lotta; deportato a Zasavica bel Sabac il 12 ottobre 1941); Oskar Grasgruen (football; deportato a Terezin il 9 ottobre 1941); Trude Gratzer (nuoto; morta a Sobibor il 13 marzo 1943); Ernst Horowitz (football; deportato a Nisko il 20 ottobre 1939); Willy Kaiser (atletica leggera); Franz Kettner (hockey; deportato ad Auschwitz il 30 giugno 1944); Josef Kolisch (football, morto a Mauthausen); Nikolaus Kramer (nuoto; morto a Zasavica bel Sabac il 12 ottobre 1941); Oskar Kramer (dirigente; deportato a Maly Trostinec il 27 maggio 1942 e lì  morto il 1° giugno 1942); Fritz Lohner (presidente, deportato a Dachau il 1° aprile 1938, trasferito a Buchenwald il 23 settembre 1938, ucciso a Auschwitz-Buna il 4 dicembre 1942); Anton Lowy (nuoto); Erwin Lustig (football; deportato a Terezin il 1° ottobre 1942); Rudolf Morberger (nuoto); Ruth Nebenzahl (nuoto); Walter Neumann (dirigente; deportato a Terezin il 10 settembre 1942); Hertha Platt (nuoto); Franza Plautus (sci; deportato a Mauthausen il 20 febbraio 1945, morto a Solvay il 5 marzo 1945); Oskar Pollak (football; morto a Buchenwald il 4 luglio 1941); Moritz Porjes (lotta; morto a Dorohusk il 30 novembre 1943); Max Scheuer (football); Ali Schonfeld (football; deportato a Minsk il 28 novembre 1941); Josef Skall (nuoto;  morto a Maly Trostinec il 4 settembre 1942); Mortitz Stein (pallamano); Ernst Stern (lotta e nuoto; deportato a Terezin il 9 ottobre 1942, morto a Dachau il 21 marzo 1945); Karl-Haim Sterzer (dirigente; deportato a Terezin il 1° ottobre 1942); Friedrich Weinberger (football); Magda Weiss (nuoto; morta a Kovno il 29 novembre 1941); Ernst Wengraf (hockey); Julius Zwicker (football).

4 risposte

  1. Che bell’articolo, che spessore.
    E che bello sentirsi ogni giorno un po più ignoranti, dopo avere letto una cosa del genere ma avere ancora voglia di sapere e di conoscere!
    Grazie

    1. Ciao Nicola, come gia’ scritto in risposta ad un altro commento, il Prof. Giuntini ha una competenza sconfinata.Il tuo “sentire” e’ anche il mio. Leggendo e visionando gli articoli mi sento sempre ignorante e allo stesso tempo motivato ad acquisire nuove conoscenze. A presto!

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