LA MANUALISTICA CALCISTICA ITALIANA DAI PRIMI DEL NOVECENTO AL FASCISMO: BREVE RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

Per potersi affermare culturalmente ed evolvere tecnicamente anche il calcio, come tutte le discipline sportive, ebbe bisogno di una propria manualistica, d’una letteratura autoctona che si emancipasse da quella straniera e proponesse un primo “pensiero calcistico” italiano.

Testi in cui si offrivano metodologie di preparazione generale e d’allenamento specifico, linee tattico-strategiche, codici regolamentari.

 Un tale processo si sviluppò in particolare tra le due guerre del secolo scorso e, anteriormente al periodo fascista, stagione in cui questo sport conobbe in Italia una notevole crescita e le rappresentative “azzurre” s’imposero in due campionati del mondo (1934 – 1938) e pure a livello olimpico (1936), tre soli erano i manuali più affidabili cui guardare.

 Il primo, Il giuoco del calcio di Carlo Magni, risaliva al 1910: lo stesso anno in cui la nazionale disputò la sua prima gara all’Arena di Milano, il 10 maggio, infliggendo un tennistico 6-2 alla Francia.

Stampato dal milanese Ufficio Pubblicazioni Sportive, in 188 pagine affrontava i seguenti argomenti: Origini, società e Federazione; Caratteristiche del gioco; Il terreno; La palla, porte; Regolamenti, doveri degli arbitri e guardalinee; I casi di fuori gioco; Requisiti tecnici dei giocatori e loro qualità fisiche e morali.

Per oltre un decennio rimase un punto di riferimento quasi obbligato.

 Solo nel 1921, infatti, l’ex portiere dell’Unione Sportiva Milanese e della nazionale Mario De Simoni pubblicò un suo Manuale pratico per il giuoco del calcio (Corticelli editore) e “La Gazzetta dello Sport” commissionò a Giuseppe Cavazzana, un esperto in questioni arbitrali, un volume più aggiornato e corrispondente alle trasformazioni intervenute nel sistema calcistico nazionale.

 Prefato dal presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) Francesco Mauro, Il giuoco del calcio di Cavazzana si articolava in questi capitoli: Evoluzione degli stili di gioco; la Federazione; Doveri e diritti delle società; Contegno del pubblico; Il giocatore sia un atleta; Terreno di gioco; Costumi dei giocatori e dell’arbitro, Squadra e giocatori; Regole del gioco; Fasi del gioco; Particolari tecnici; Statuto e regolamento della FIGC; Libro d’oro degli incontri internazionali, Biografie di Luigi Bozino, Francesco Mauro, Herbert Kilpin, Franz Calì, Giuseppe Milano, Luigi Cevenini, Antonio Bruna; Dizionario sportivo inglese-italiano.

Il libro valorizzava particolarmente il ruolo-guida dell’allenatore: e proprio un trainer, Arpad Weisz, allora all’Ambrosiana-Inter, in coppia con Aldo Molinari, dirigente che curava con successo il calciomercato dei neroazzurri, compilò nel 1930 uno dei manuali maggiormente innovativi: Il giuoco del calcio (Corticelli).

 Un libro di recente ristampato da Minerva di Bologna (2018) con una introduzione di Vincenzo Maugeri del Museo ebraico di Bologna. Stesso titolo, ma una diversa qualità (per la prima volta ci si soffermava anche sulle componenti psicologiche) rispetto a quanto prodotto da Magni e Cavazzana.

 Nel prefarlo Vittorio Pozzo ne evidenziava questo principale pregio: <<L’opera di Weisz e Molinari induce a riflettere, invoglia a studiare, incanala l’interesse e l’attenzione verso quella che è sostanza, non forma od apparenza>>. Ciò che, appunto, si richiede a un buon manuale divulgativo.

Weisz si applicò alla tecnica in rapporto al gioco e ai giocatori, Molinari analizzò le problematiche organizzative e regolamentari.

Più nello specifico la trattazione seguiva queste linee: Equipaggiamento; Tecnica, i diversi ruoli; Allenamento; Giocatori di classe; Psicologia; L’allenatore; Il direttore sportivo; Il capitano; L’arbitro; Il guardialinee; Regolamento; Giurisprudenza generale.

 Ebreo ungherese nato a Solt il 16 aprile 1896, nazionale olimpico magiaro alle Olimpiadi di Parigi (1924) e in seguito giocatore del Padova e dell’Inter, Weisz colse i suoi più grandi traguardi da allenatore.

 Con l’Inter, scoprendo il talento del giovane Giuseppe Meazza, vinse lo scudetto nel 1929-’30, col Bologna quelli del 1935-’36 e 1936-’37.

Quando furono promulgate le leggi razziali in Italia (1938) cercò riparo in Olanda: qui ottenne un contratto dalla compagine calcistica di Dordrecht, ma con l’invasione nazista dei Paesi Bassi la famiglia Weisz, il 7 agosto 1942, fu arrestata e deportata a Westerbork, il lager da cui transitò anche Anna Frank.

Trasferiti ad Auschwitz, la moglie Clara e i figli Roberto e Clara vi furono soppressi il 5 ottobre 1942, Arpad, di costituzione più robusta, sopravvisse fino al 31 gennaio 1944.

A Weisz, nel 2007, ha dedicato una toccante e documentata biografia – Dallo scudetto ad Auschwitz (Aliberti) – Matteo Marani.

Nel 1931, seguitando in questa rassegna bibliografica, dalla tipografia napoletana Barca venne pubblicato Il re dei giuochi di Giovanni Voltan, e nel 1932, per i tipi di Sonzogno, Foot-Ball di Carlo Blanche.

Il volume era compreso nella collana “Sport alla portata di tutti”, presentandosi ai lettori come un <<trattatello di scienza pratica, di cognizioni utili e indispensabili>>.

E nel 1933, con un taglio eminentemente giuridico, usciva per Ceschina l’ennesimo Il giuoco del calcio con sottotitolo Commento alla legislazione della FIGC, di Guglielmo Tornabuoni e Giuseppe Zanetti (segretario della federazione in cui il presidente Leandro Arpinati riponeva la massima fiducia), il 19 luglio di quell’anno venne ben recensito dal “Corriere della Sera” che scriveva:

Soprattutto la struttura dell’Ente federale, la sua organizzazione interna, l’ordinamento calcistico in genere, nei suoi rapporti internazionali e nel complicato meccanismo del campionato, le sanzioni punitive, la disciplina nei campi di giuoco, l’ordinamento amministrativo e tributario, quello interno delle singole società, le norme che regolano il regolamento e il trasferimento dei giuocatori, tutto è trattato, esplicato e discusso con lucidità e con acume e l’arida materia si ravviva in queste pagine e acquista interesse, vivacità e sapore.

In chiave tecnica, un nuovo approfondito contributo venne invece da Jan Vanicsek: uno dei “maestri” del calcio danubiano.

 Il suo Il giuoco del calcio (Zannoni, 1934) si avvaleva di numerosi grafici e, nel dettaglio, vagliava gli aspetti didattici inerenti la conduzione del pallone, lo stop e il controllo aereo, il passaggio, le triangolazioni, il gioco di testa, l’allenamento di portieri, terzini, mediani, attaccanti.

Trascorso un anno, da Bemporad di Firenze, fu pubblicato Caligaris insegna. Manuale del giuoco del calcio di Ermanno Marinelli, gostwrither del celebre terzino di Casale e Juventus Umberto Caligaris.

 Distinguendosi dai lavori precedenti, prendeva in esame anche le questioni raramente trattate del professionismo, dei bilanci societari, del giornalismo, del tifo, mentre più tradizionale era la parte strettamente tecnica e regolamentare vagliando soprattutto i punti relativi ad allenatori e allenamento, arbitraggio, codici federali, terminologia estera.

Il capitolo decisamente più originale del manuale era comunque quello dedicato all’ igiene, al massaggio e alla medicina sportiva.

Argomenti sin lì trascurati dalla manualistica, e ripresi pure da Italo Defendi nel suo Tecnica calcistica. Piccola igiene dell’atleta (La Prora, 1936).

Infine, si deve menzionale l’opera di Mario Zappa, il giornalista che a “La Gazzetta dello Sport” sovrintendeva al football, il quale nel 1938, per le edizioni del suo giornale, scrisse Il gioco del calcio insegnato ai giovani.

Testo ben accolto dal pubblico, venendo ristampato nel 1941 con qualche variazione e aggiornamento col nuovo titolo di Il gioco del calcio. Tecnica e spirito

  • Sergio Giuntini, vice-presidente della Società Italiana di Storia dello sport, ha insegnato presso le Università di Verona, Milano Statale e Cattolica, Roma Tor Vergata. Tra i suoi più recenti saggi: “Storia critica del Milan 1899-2019” (Sedizioni, 2021); “Vincenzo Torriani e l’Italia del Giro” (Prospero Editore, 2021); “Storia dello sport femminile in Italia 1945-2020” (Aracne Editrice, 2021); “Lo sport imbroglione. Storia del doping da Dorando Pietri ad Alex Schwarzer” (Ediciclo, 2022). 

 Per chi fosse interessato: I libri che si possono acquistare on-line sul mercato antiquario, ma a prezzi accessibili sono: 
Mario De Simoni “Manuale pratico per il giuoco del calcio” (1921)
Giuseppe Cavazzana “Il giuoco del calcio” nell’edizione del 1935
Italo Defendi “Tecnica calcistica. Piccola igiene dell’atleta” (1936)
Mario Zappa “Il gioco del calcio. Tecnica e spirito” (1941).
Il libro più importante, quello di Arpad Weisz e Aldo Molinari “Il giuoco del calcio” (1930), è stato invece ristampato da Minerva di Bologna nel 2018.

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