South Bermondsey
L’uscita della stazione di South Bermondsey è inquietante per certi versi, ma affascinante per via di tutte le storie che si raccontano sul Millwall. Già, la squadra della periferia londinese, quella parte della città così vicina al centro ma emarginata da tutto il resto al tempo stesso.
La terra di mezzo
Dal famoso sottopasso di Zampa Road si intravedono gli spalti del The Den e inizia a materializzarsi lo stadio che ospita le partite casalinghe dei Lions.
Arriviamo davanti all’entrata della The Barry Kitchener Stand. Camminando in questa terra di mezzo si passa davanti a meccanico senza denti che ci guarda con fare minaccioso e autoritario. Eccoci davanti al famigerato The Den, la tana dei Leoni del Millwall.
L’ombrello
Il cielo, che già non prometteva nulla di buono, si sfoga con la classica pioggerellina infida e fastidiosa, seguita da folate di vento che rendono vano ogni tentativo di aprire l’ombrello acquistato in uno dei tanti off-licence sparsi nella zona. Atmosfera lugubre, cielo grigio e il fumo delle fabbriche a tingere l’aria tetra…tutto in perfetto stile Millwall. Ultimo tentativo di riaprire l’ombrello ma bisogna desistere e rassegnarsi all’idea che il cappuccio della giacca a Londra è di vitale importanza. Proprio quando la pioggia sembra dare una tregua i nostri piedi finiscono imprudentemente in una pozzanghera enorme, talmente enorme che non vederla è impossibile. Sbadati e bagnati fino alle caviglie abbassiamo lo sguardo e l’attenzione viene catturata da un giornale che svolazza in mezzo a Bolina Road.
8 Novembre 1918
La mente viaggia in fretta, facendosi spazio tra i nuvoloni dalle strane forme. Torniamo indietro fino al 1918, precisamente 8 Novembre. Fu la prima volta che su un giornale comparve la parola hooligan, precisamente sulla prima pagina del Der Tiroler, un giornale di lingua tedesca, pubblicato a Bolzano, nel Nord Italia, in riferimento a reduci di guerra ungheresi che saccheggiavano e incendiavano villaggi alla fine della Prima guerra mondiale.
L’inconfondibile accento
Smette definitivamente di piovere e il sole cerca di farsi luce dietro alla coltre di soliti nuvoloni scuri che rimangono sempre allerta, minacciosi, proprio come due omoni che arrivano a passo lento da una via laterale. L’inconfondibile accento, una lattina di birra da 500ml che sbuca dalla tasca della giacca e la sciarpa dei Millwall Bushwackers saldamente legata al collo.
Millwall Bushwackers
La scena epica ci catapulta agli anni ottanta, ai tempi della F-Troop, uno dei gruppi più violenti (poi diventato Bushwackers) del panorama calcistico inglese. Il nome prese ispirazione da un gruppo di guerriglieri che tendeva imboscate nel corso della guerra civile americana. Anni violenti, in cui gli stadi erano trincee e le partite di calcio delle battaglie, anni in cui spopolò l’invenzione del Millwall Brick, arma improvvisata con la carta di giornale, piegata e schiacciata a tal punto da ottenere la stessa consistenza di un bastone. Secondo alcune leggende metropolitane il termine Hooligan deriva dal cognome di un malvivente di origini irlandesi, un certo Patrick Hooligan,che visse per lungo tempo in quel di Londra.
Hooley’s Gang
Altre teorie sostengono che il nome derivi da Hooley’s Gang, ovvero una banda di delinquenti originaria del quartiere di Islington, nel Nord di Londra. C’è chi invece sostiene che la parola Hooligan fosse legata a hooley, ossia ‘festa sregolata’ nel gergo irlandese.
Scarpe fradice
Inizia nuovamente a piovere e il giornale si consuma sulle nostre scarpe, ormai fradice, l’odore della birra si mischia all’aria fredda e la foschia ricopre le strade, che da queste parti sono vecchie e consumate.
Dove tutto è iniziato
Ritorniamo al punto di partenza, laddove tutto è iniziato. L’entrata della stazione di South Bermondsey è inquietante per certi versi ma affascinante per via di tutte le storie che si raccontano sul Millwall.
Una risposta
Good story. I used to live in Bermondsey & remember how home matches at Millwall created a certain “atmosphere” in the area. Looking forward to reading more of your work… 🙂