Dopo i sorteggi delle competizioni europee, in cui l’Italia è la nazione più presente tra tutte, torna in campo il Milan.
Alla Dacia Arena va in scena Udinese – Milan, arbitra Doveri. All’andata i rossoneri ebbero la meglio per 4-2, in un rocambolesco incontro estivo valido per la prima giornata di Serie A.
Un curioso dato sul match: l’Udinese è la squadra contro la quale il Milan ha pareggiato più volte in Serie A, ben 36 pareggi su 95 incontri.
Pioli scende in campo con l’ormai consueto 1-3-4-2-1: Maignan tra i pali; Thiaw centrale, Tomori braccetto di sinistra, Kalulu braccetto di destra. In mediana Tonali al fianco di Bennacer, a destra Saelemaekers e a sinistra Ballo Tourè a sopperire all’assenza di Theo Hernandez causa febbre. Sulla trequarti Leao e Diaz supportano Ibrahimovic al ritorno in campo dal 1’.
1° TEMPO
Partono forte gli uomini di Sottil: pressing alto, tanta intensità e precisione nei passaggi. Già nei primi 5’, il Milan è messo alle strette. Serie ravvicinata di corner per i bianconeri. Il Milan attendista, disattento e impreciso nei primi minuti.
Il frutto di questo scoppiettante avvio matura al minuto 9, quando Pereyra approfitta di un rimpallo in area di rigore per depositare la palla alle spalle di Maignan con un inaspettato rasoterra ben indirizzato. Udinese in vantaggio, 1-0. Merito del gol va a Samardzic, che approfitta di un pessimo passaggio in orizzontale di Bennacer e della dormita di Tomori per recuperare il pallone e innescare il contropiede vincente.
Udinese energica, dura nei contrasti. Milan spento, disorganizzato. Dopo il gol, i rossoneri accennano una timida reazione affacciandosi poco alla volta nella trequarti avversaria. Ciononostante, il vistoso calo di rendimento di Tomori è una variabile determinante nel delicato tema della fragilità difensiva del Milan.
Sul finale del primo tempo, dopo le iniziative offensive del Diavolo, arriva un calcio di rigore in favore dei rossoneri. Kalulu serve perfettamente Leao in area: il portoghese aggancia e, dopo qualche estroso palleggio, trova la deviazione di Bijol con la mano.
Ibra va sul dischetto ma sbaglia il primo tentativo. Tuttavia, dopo la respinta di Silvestri, il primo ad avventarsi sul pallone è Beto. Il numero 9 bianconero però, al momento del tiro, era già dentro l’area. Doveri fa ripetere.
Il secondo tentativo di Ibra va a buon fine: bordata centrale, non può nulla il portiere. 1-1. Zlatan Ibrahimovic diventa ufficialmente il calciatore più anziano ad aver mai segnato nel campionato di Serie A: superato il record di Billy Costacurta.
Fioccano insulti dalla panchina friulana che determinano la decisione arbitrale: Doveri mostra il cartellino rosso a Sottil. Questa sarà anche l’unica nota positiva della serata per i meneghini.
Agli sgoccioli del lunghissimo primo tempo, per la precisione al 45’+6’, arriva la zampata di Beto. L’attaccante, che qualche minuto prima aveva causato la ripetizione del rigore, sfrutta l’assist di Success e brucia sul tempo Malick Thiaw, trafiggendo Maignan per la seconda volta. Si chiude il primo tempo per 2-1 in favore dei friulani.
2° TEMPO:
Il secondo tempo parte con la stessa antifona d’inizio gara, segnali poco entusiasmanti per gli uomini di Pioli. Kalulu al 60’ ferma una pericolosa azione imbastita da Udogie: cartellino giallo per Pierre.
Pioli prova a dare una scossa dalla panchina e al 64’ arriva il momento di Rebic e Krunic, al posto di Bennacer e Saelemaekers. Totalmente fuori condizione Rebic che si è trovato spaesato alla Dacia Arena, sbagliando pressoché tutto ciò che gli sia capitato tra i piedi.
Cinque minuti più tardi, viene servito l’amaro conto dai friulani. Success vince uno scontro con Thiaw, il tedesco si butta a terra immaginando il fischio di Doveri, il quale, però, non ravvisa alcuna irregolarità. Il Milan, impreparato a questa evenienza, si fa infilare. Success serve Udogie, l’esterno italiano calcia in porta e da due passi Ehizibue, tutto solo, appoggia in rete. 3-1.
Nell’ultimo quarto d’ora c’è spazio anche per De Ketelaere, Origi e Calabria ma lo spartito è sempre quello. Escono Brahim, Ibra e Tomori.
L’unico brivido che potenzialmente avrebbe riaperto la partita arriva dai piedi di Krunic al 83’: sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla trequarti, il bosniaco raccoglie una respinta della difesa bianconera e calcia al volo, mettendo di poco a lato.
Nell’Udinese, i pericoli più concreti passano dai piedi di Pereyra e dalle incursioni di Udogie e Beto: implacabili.
Era in particolare il portoghese a dare l’idea di poter insidiare agevolmente la difesa rossonera con la sua velocità e caparbietà. Anche Success, pur essendo un attaccante poco prolifico, è stato determinante nelle azioni vincenti della squadra di Sottil.
Nel post partita Pioli si prende le responsabilità di quanto accaduto; Ibra, invece, conferma la poca esperienza dell’organico rossonero nella gestione di questi alti e bassi. Prestazione incolore, sottotono, non da Milan. Difficile esprimere un giudizio positivo su quanto visto stasera. La stagione è ancora lunga e, fortunatamente, nulla è perduto ma sarà importante ridare continuità alle prestazioni e ai risultati.
L’IMMAGINE DI COPERTINA E’ DI GETTY IMAGES
2 risposte
I RAGAZZI HANNO QUESTI MOMENTI ALTALENANTI CHE NN RIESCO A CAPIRE.NN C È CONCENTRAZIONE SUFFICIENTE DA PARTE DI TUTTI E QUESTO NN CE LO POSSIAMO PERMETTERE.
Meno male che i risultati delle partite di ieri ci lasciano ancora al quarto posto, ma nel frattempo la Juve va avanti come un treno e si trova appena 7 punti da noi. Io non so se nella sosta Pioli effettuerà un altro cambio del modulo, io tornerei al 4-3-3 ma non sono allenatore e non mi posso esprimere con certezza.
L’unica cosa che me lo auguro, guardando il calendario, che il Milan non faccia degli altri passi falsi con le squadre abbordabili (Empoli, Cremonese, Sampdoria, Verona, Bologna, Lecce e la Spezia). 21 punti in palio, farne il massimo. Poi vincere contro la Lazio in casa e magari due pareggi in trasferta contro la Roma e la Juve. Il quarto posto è ancora alla nostra puntata se continuiamo però a giocare bene, con più grinta e concentrati.