RICORDI DI UN PRESIDENTE VINCENTE: IL NOSTRO PRESIDENTE.

Silvio Berlusconi ha fatto discutere, ha diviso ma ha anche unito: Soprattutto i tifosi rossoneri.

Restiamo al calcio: Visionario, troppo avanti rispetto a tutti gli altri attori del panorama calcistico, ha sempre cercato di essere all’avanguardia, di innovare, in un mondo che, allora come oggi, fatica ad accogliere i cambiamenti, le spinte in avanti.

Credo che tutto il popolo rossonero debba essergli grato perché con lui, grazie a lui, alle sue intuizioni tra cui si annoverano le persone, da lui scelte, per poterle realizzare, il Milan non solo ha vinto ma ha divertito e, divertendo, è entrato nella storia.

Anno 1986. Il Milan era in enorme difficoltà finanziaria, rischiava il fallimento.

Avevo 23 anni ed ero un giovane calciatore orgoglioso di vestire quei colori per cui tifavo sin da bambino ed il pensiero che il Club potesse sparire mi sembrava qualcosa di inverosimile. Il clima era teso, anche se qualche voce dall’interno ci rassicurava: “Non lasceranno fallire una Società come il Milan!”

I giornali, sportivi e non, parlavano di alcuni industriali interessati all’acquisto, le trattative sembravano non decollare, un giorno erano chiuse positivamente e quello dopo si interrompevano, poi arrivò l’annuncio: Fininvest l’azienda capitanata da Silvio Berlusconi aveva acquistato il Milan.

La firma ufficiale rende storica la data: 20 febbraio 1986.(dal libro di A. Galliani : Le memorie di Adriano G.- Storia di una passione infinita).

Non ricordo quanti giorni trascorsero ma ricordo la prima visita a Milanello per il passaggio di consegne, simbolico, tra Rosario Lo Verde il Presidente pro tempore da gennaio a marzo di quell’anno dopo le dimissioni di Giussy Farina, ed il nuovo Presidente.

Lo Verde che ricordo come una persona distinta, attenta e sensibile, evidentemente tradito dall’emozione, nel discorso per poco non definì Berlusconi il nuovo Presidente degli Stati Uniti anziche’ del Milan!

Berlusconi ci dimostrò subito le sue qualità oratorie esponendo con chiarezza la vision e la mission, del Nuovo Milan.  

Seguì la nomina di Adriano Galliani nel ruolo di amministratore delegato e di Ariedo Braida in quello di direttore generale.

Il messaggio lo conoscono tutti: “ Ho acquistato questo Club per portarlo a vincere in Italia, in Europa e poi portarlo sul tetto del mondo!”.

L’incontro successivo, almeno nella mia memoria, avvenne al Casinó di Saint Vincent, ad una Convention di Publitalia, la concessionaria esclusiva di pubblicità per le televisioni di Fininvest.

Tutta la squadra invitata per l’incontro con gli investitori: Un discorso ‘a braccio’ che durò più o meno un’oretta cui seguí la cena.

Tutti seduti in grandi tavoli rotondi, un giocatore, massimo due per tavolo. Protagonista della serata: il Presidente.

Passó ad ogni tavolo salutando e intrattenendosi con tutti. Più di 100 persone, di ognuna conosceva nome, cognome, azienda, hobby, squadra del cuore ecc…una cura del dettaglio che ci sarebbe servita da esempio in futuro, in campo e fuori.

Il 18 luglio 1986 accadde qualcosa di impensabile e indimenticabile: la presentazione della squadra all’Arena Civica di Milano. Ci arriviamo in elicottero accompagnati dalle note della “Cavalcata delle Valchirie” del musicista Richard Wagner utilizzata dal regista  Francis Ford Coppola quale colonna sonora del film “Apocalypse Now”.

Diecimila tifosi ad attenderci, ancora oggi scrivendolo, mi emoziono!

La sua abilità di eloquio, la capacità di trovare le parole giuste per mantenere alta l’attenzione e la concentrazione o per ricaricarci nei momenti difficili sono state per tutti una spinta verso l’eccellenza.

Allora vivevo a Villasanta, un paese che si trova esattamente sulla strada che porta da Monza ad Arcore sede di Villa San Martino, residenza lavorativa del Presidente dal 1974. Forse, proprio in virtù di questa vicinanza il Presidente negli anni mi invitò più di una volta a passeggiare nel suo giardino per parlare di calcio.

Mi parlava dei suoi progetti sportivi, di Sacchi e di Van Basten, ascoltavo e mi chiedevo: ma perché proprio con me? Forse perchè, come disse, ero il giocatore che meglio rappresentava lo stile Milan? Non lo so.

Le chiacchierate si ripeterono nel periodo in cui mi venne affidato il ruolo di Responsabile del Settore Giovanile del Club.

L’ultima volta che l’ho incontrato di persona fu all’Ospedale San Raffaele dopo l’intervento chirurgico al cuore cui venne sottoposto nel giugno del 2016. Il Club stava trattando la cessione ad un consorzio di investitori cinesi.

Incredibile ma volle che gli parlassi di alcuni giocatori che a suo parere, per ragioni tecniche e di mercato, avrebbero potuto e dovuto indossare la maglia rossonera. Ricordo che entrai dai sotterranei perché all’ingresso principale c’erano i giornalisti, scortato dalla sua guardia personale.

Gli feci compagnia mentre cenava e, ancora dolorante, disegnava formazioni e movimenti su un foglio di carta.

Grazie Presidente, grazie a lei, siamo entrati nella storia del calcio.

Mi auguro che Milano, il Milan le intitoli lo stadio.

“E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.”

20 risposte

    1. Filippo,
      Grazie per aver ricordato anche Rosario Lo Verde, perché senza di lui saremmo finiti nei guai. Ricordo che in Curva Sud gli facevano anche il coretto, ma purtroppo è stato dimenticato troppo in fretta, anche se c’è da dire che aveva un carattere schivo e non la personalità prorompente di Berlusconi.

      Quel giorno con gli elicotteri all’Arena, sull’aria de La Cavalcata delle Valchirie, c’ero anch’io. Penso che sia stato importante per Berlusconi per prendere le misure del suo ingresso in un nuovo mondo, quello del calcio. Da grande innovatore voleva essere impattante, e non passare inosservato il sua arrivo nell’ambiente calcistico, forse un po’ troppo “ingessato” e all’epoca poco votato alle innovazioni. Da attento valutatore delle cose, credo che Berlusconi si sia reso conto che, probabilmente, si è trattato di un’iniziativa eccessiva, e in seguito si è un po’ moderato in certe situazioni eccessivamente spettacolari.

  1. Come sempre Filippo ha trovato un modo personale e incisivo di raccontare una delle figure più importanti nella storia del Milan e del calcio a livello internazionale. Ricordi personali si intrecciano con il commento verso l’uomo e il personaggio. La discesa con l’elicottero e l’ultimo incontro in ospedale a mio parere rappresentano al meglio ciò che è stato Silvio Berlusconi. Grazie Filippo.

  2. Grazie Filippo🙏🏽
    Sei riuscito alla perfezione descrivere nei minimi dettaglio il nostro unico presidente❤️🖤
    Che bei tempi gli anni 80/90 🙏🏽

  3. Grazie Filippo🙏🏽
    Sei riuscito alla perfezione descrivere nei minimi dettaglio il nostro unico presidente❤️🖤
    Che bei tempi gli anni 80/90 🙏🏽

  4. Ciao Fil, davvero bella questa tua memoria! E direi di sì, sei stato speciale per lui! Grazie Presidente, grazie Fil, Forza Milan!!

  5. Un ricordo veramente scritto col cuore .Mi sono emozionato. Il nuovo stadio del Milan intitolato a Berlusconi ? Sarebbe bello , senza tralasciare eventualmente anche lo stadio di Monza. Sempre ammesso che si possa fare.
    Grazie Filippo per il tuo bel ricordo che ci hai regalato ! Un abbraccio

  6. Accorato, delicato, filiale, molto lontano dai bombaramenti agiografici o dissacratori che stanno invadendo la stampa. Non ci hai raccontato tutto e non avrebbe avuto senso, ci hai messo dei frammenti.

  7. Accorato, delicato, filiale, molto lontano dai bombaramenti agiografici o dissacratori che stanno invadendo la stampa. Non ci hai raccontato tutto e non avrebbe avuto senso, ci hai messo dei frammenti che hanno reso bene l’idea.

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