SERGIO CI RACCONTA LA SUA ESPERIENZA.
A 20 anni non avevo ancora deciso cosa fare nella vita così, mia madre, insegnante alle scuole superiori, riuscì a convincermi ad iscrivermi all’Università.
Indirizzo marketing e comunicazione perchè, almeno nella mia testa, mi avrebbe garantito in futuro una stabilità economica. Misi così da parte quella che, lo realizzai più tardi, sarebbe stata la scelta del cuore, della passione: la facoltà di scienze motorie.
Già a quel tempo, infatti, ero solito perdermi nei pensieri immaginando un percorso nel mondo del calcio.
La volontà di lasciare casa e il desiderio di indipendenza mi spinsero a scegliere l’Università di Parma ed il successivo trasferimento nel capoluogo emiliano, dove ho vissuto per più di 5 anni.
Nei primi anni ero totalmente spensierato, mi dedicavo alla preparazione degli esami unicamente per superarli entro il termine delle sessioni accademiche, senza mai appassionarmi alle materie.
Il calcio pur rimanendo una passione da tifoso continuava a “bussare alla porta” fino a quando decisi di interessarmi degli aspetti gestionali dell’allenatore e approfondire le conoscenze del gioco. Nel contempo mi si presentò l’occasione di partecipare ad un workshop come osservatore di squadre rivali e
sebbene non fosse esattamente ciò che volevo decisi di iscrivermi. Fu un’esperienza forte, stavo facendo qualcosa che mi piaceva veramente. Durante la lezione feci una domanda e il professore mi rispose: “Ma sei sicuro di non voler fare l’allenatore?”.
Quella domanda sbloccò qualcosa in me e da quel momento cominciai a pensare seriamente di intraprendere quella strada. Vivendo a Parma vissi da vicino il fallimento del Parma Calcio. Fu un altro momento decisivo : sentii il bisogno di scrivere un progetto tecnico per il settore giovanile del club e lo consegnai a un dirigente della nuova proprietà. La cosa però non ebbe alcun seguito.
Continuavo a chiedermi: “Se non provo ad allenare, come potrò mai capire se questa sarà la mia strada, il mio futuro?”
Avevo 24 anni e iniziai a contattare delle società dilettantistiche della zona fino a quando una di queste mi diede l’opportunità di allenare.
Bastarono due settimane di allenamento per capire: avevo trovato la mia strada!
Ora c’era un ostacolo difficile da superare: ottenere le qualifiche attraverso i corsi della Federazione per svolgere regolarmente l’attività.
Capii presto che l’unica soluzione era andare all’estero. In Italia i corsi UEFA, privilegiano gli ex calciatori e per per me non c’era alcuna possibilità di accesso.
In quel momento la Spagna era il paese top del calcio mondiale e Barcellona la città ideale. Per diversi mesi presi informazioni mettendomi in contatto con le scuole di allenatori spagnole, in particolare con quella catalana.
Fu un processo di mesi ma arrivai alla conclusione che dovevo partire per Barcellona. Dopo aver conseguito la laurea in Marketing e strategie commerciali partii per la Spagna.
Fu una scelta forte, nessuno della mia famiglia pensava che potessi prendere una decisione del genere. Con mia madre furono anni di malumori perché secondo lei stavo facendo un salto nel vuoto.
Arrivato a Barcellona ero alla ricerca di una casa, non conoscevo la lingua e soprattutto non avevo molto tempo per ottenere dei documenti che mi sarebbero serviti per iscrivermi al corso a giugno.
In Spagna ci sono corsi federativi organizzati su scala regionale che sono riconosciuti dall’UEFA e altri che invece sono organizzati da enti privati ma che sono riconosciuti solo in territorio spagnolo. Riuscii così ad iscrivermi ad un uno di quest’ultimi anche perché mi venne richiesto un numero inferiore di documenti.
Iniziai a studiare e ad allenarmi per le prove di accesso che consistevano in una prova teorica ed una pratica ma, due giorni prima del test, subii un infortunio muscolare al bicipite della gamba.
Nonostante non potessi eseguire la prova pratica mi presentai all’esame provando a spiegare quello che mi era successo. Ogni giustificazione fu inutile. Provai un senso di frustrazione ed uscii a pezzi da quell’esperienza.
Mi feci forza e riprovai il test di ammissione un mese più tardi superandolo agevolmente: fu una piccola rivincita.
L’ ente organizzatore del corso mi consegnò la “carta studente” che mi permise di ottenere il documento identificativo.
Dopo i primi giorni di frequentazione del corso arrivò un fulmine a ciel sereno: mi dissero che la licenza avrebbe avuto valore solo in territorio spagnolo e non avrebbe avuto validità negli altri Paesi europei come mi era stato precedentemente assicurato. In altre parole l’UEFA non avrebbe ritenuto valida la licenza.
Fu forse il momento più scoraggiante. Durò qualche giorno ma ancora una volta decisi di non arrendermi.
A dire il vero seguirono altri momenti di crisi, di incertezze, del resto senza di esse a cosa serve aver coraggio? La mia tenacia venne finalmente premiata: riuscii ad ottenere i documenti per iscrivermi alla scuola allenatori catalana.
A dicembre del 2017 inviai la richiesta di ammissione al corso che si sarebbe tenuto nel giugno del 2018: fu un momento bellissimo.
Nel frattempo avevo già iniziato ad allenare alcune squadre locali. Iniziai dal basso: Non fu facile inserirmi nel contesto calcistico della Catalunya.
Nel gennaio 2018 entrai come allenatore nel CF Badalona, una società importante, nel contesto catalano e, come descritto sopra, a giugno iniziai a frequentare il corso allenatore UEFA B.
Nel marzo del 2019 fui ammesso al Corso per allenatori UEFA A e durante la frequentazione delle lezioni conobbi Oscar Hernandez, fratello del mitico Xavi.
Anche qui le cose si complicarono: dovevo rispettare le scadenze per non andare fuori corso e rischiare di entrare nel nuovo ordinamento, molto più restrittivo sui criteri di ammissione, specialmente per gli stranieri. Dovevo pertanto portare a termine gli studi, sostenere gli esami e attuare il tirocinio entro il 31 dicembre.
Le società erano molto lente nell’esecuzione delle pratiche e se non avessi insistito ogni giorno con molta probabilità mi sarei ritrovato in un’altra situazione scomoda con il rischio di compromettere l’acquisizione della licenza.
Per fortuna, nel giro di un anno e mezzo sono riuscito a completare il percorso di studi superando l’ultimo step: completare almeno un’altra stagione da allenatore per poter riscattare la licenza UEFA A, ovvero l’obiettivo che mi ero prefissato all’inizio del mio cammino lontano da casa.
La chiusura del mio percorso in Spagna corrispose con lo scoppio della pandemia COVID19. Decisi di rientrare in Italia per trovare un impiego presso qualche società, con tutte le difficoltà che potete immaginare.
L’esperienza spagnola mi ha cambiato e fatto crescere più velocemente di quanto pensassi.
Posso ritenermi molto soddisfatto del mio percorso perché in 9 stagioni ho conosciuto delle persone nell’ambito calcistico che mi hanno fatto crescere. Nell’ultima stagione sportiva ho ricoperto il ruolo di allenatore della primavera del US Città di Pontedera e, a 32 anni, sono il più giovane allenatore del campionato nazionale di appartenenza.
Detto questo, credo sia opportuno riflettere sul fatto che nel nostro Paese sia difficile accedere ad un percorso formativo che permetta di ottenere i requisiti per allenare.
Non tutti hanno la possibilità, il coraggio, di lasciare il proprio Paese.
BIO: Sergio Pellegrino
- Dopo la laurea in Economia e Marketing e aver allenato nell’US Astra di Parma svolgo le principali mansioni da allenatore a Barcellona.
- La mia prima esperienza in una società professionistica nel settore giovanile è stata nel CF Badalona che all’epoca disputava la 2° Division B del campionato Nazionale Spagonolo.
- Nel giugno del 2017, approdo nel CE Europa come Vice-Allenatore della U19 Nazionale corrispondente alla nostra Primavera 1 italiana.
- Nel gennaio 2018 conobbi Claudio Lo Sardo ex scouting di Nike International nonché uomo di fiducia di Frank Rjikaard al FCB Barcelona.
- Quell’anno Claudio ricopriva il ruolo di capo scouting del CE L’Hospitalet Esports club di 2° Division B del campionato Nazionale Spagonolo.
- Dopo avermi convinto passo nella stessa stagione alla guida della U16 della società che disputava il campionato contro le migliori squadre del territorio incluse FCB Barcelona e RCD Espanyol.
- Nel marzo 2019 ho ricoperto il ruolo di capo allenatore U18 sempre della società CE L’Hospitalet Esports ma il campionato fu interrotto per la pandemia.
- Nel 2020 completo la mia esperienza nella terra catalana presso la società FC Santboia come allenatore U19.
- Nella stagione 2021/22 ho assunto il ruolo di Vice-Allenatore in Serie D presso l’Alcione Milano e di responsabile tecnico nel settore giovanile della società.
- Nell’ultima stagione 2022/23 sono diventato allenatore della Primavera del US Città di Pontedera, partecipando anche alla Viareggio Cup.