Il 4 giugno 1977 è una data che i tifosi scozzesi celebrano ancora oggi. Non tanto per la vittoria in trasferta a Londra contro i rivali di sempre, non fu la prima e non sarebbe stata l’ultima, quanto per la storica invasione che non aveva mai raggiunto proporzioni simili.
Sessantamila o forse più scozzesi presero d’assalto la città in quello che era un appuntamento biennale fisso, la partita a Wembley nell’abito del torneo interbritannico, uno dei più antichi del mondo, disputato per un secolo a partire dal 1883.-84 tra Inghilterra, Scozia, Irlanda e Galles, sulla falsariga del cinque nazioni di rugby (partite di sola andata e rotazione biennale tra chi gioca in casa e trasferta).
Nel 1977 il movimento indipendentista scozzese aveva raggiunto l’apice dei consensi e l’idea di separarsi da Londra era qualcosa di più di un sentimento romantico con le cornamuse e il kilt a fare da sfondo. Il film “Braveheart” non era ancora stato girato, ma un’intera nazione si stava ridestando. “We can still rise now and be a nation again” erano i versi di “Flower of Scotland” il brano che in quel periodo iniziò a sostituire “God save the Queen” come inno nazionale prima delle partite di calcio e di rugby.
Inoltre proprio in quel giugno 1977 si celebrava il Giubileo d’Argento della Regina Elisabetta II e l’occasione per rovinare la festa era troppo ghiotta.
Wembley è il luogo dove la maggior parte degli scozzesi si sente più scozzese che in qualunque altro posto al mondo. Andare a Londra, con qualsiasi mezzo, è come un pellegrinaggio pagano. L’equivalente di Lourdes per un cattolico. Il tradizionale complesso di inferiorità nei confronti degli inglesi sembra magicamente svanire, affogato nell’alcol, avvolto nelle bandiere e nel tartan.
Come in ogni pellegrinaggio che si rispetti, la certezza di un miracolo accompagna i tifosi. Così non ci si preoccupa di come giocherà la Scozia: bene, male, non importa. Nessuno delle migliaia di scozzesi, mentre viaggia verso Londra, prende in considerazione l’idea che si possa perdere.
E in effetti la Scozia trionfò non solo sugli spalti, dove il rapporto era due scozzesi contro un inglese, ma anche sul campo vincendo 2-1 e aggiudicandosi il trofeo. I tifosi però non si accontentarono, e decisero di invadere il campo al coro di “Dateci il Parlamento e vi restituiremo Wembley”. Migliaia di scozzesi volevano un pezzo di prato da piantare più a nord.
Qualcuno puntò sulle porte prima saccheggiando le reti, poi salendo sulla traversa, che non resse il peso e si spezzò simbolicamente. Un atto vandalico, certamente da condannare, e che gli inglesi avrebbero rinfacciato per anni agli scozzesi, additandoli ingiustamente come tifosi violenti. Ma allo stesso tempo simboleggiava in modo mirabile le battaglie del passato e rappresentava il desiderio di rompere finalmente il dominio inglese, dopo secoli di sudditanza.
Attorno a questa partita Antonello Cattani, tifoso scozzese e fondatore di una sezione italiana della Tartan Army, seppur virtuale, ha costruito un romanzo tra storia e fantasia, con protagonisti inventati e reali. Tra questi Rod Stewart, noto fans dark-blue, presente a quell’incontro e all’invasione, che si offrì di contribuire alle spese per il rifacimento del prato di Wembley a dispetto della proverbiale avarizia scozzese.
LA TRAVERSA SPEZZATA
2020, Urbone Publishing
BIO: Antonello Cattani, classe 1966, reggiano. Tifoso della della squadra granata della propria città, è milanista dal 1973, oltre che sostenitore della nazionale scozzese, tanto da fondare una sezione italiana della Tartan Army.
- Ha pubblicato tre volumi per Urbone Publishing: Ti amerei anche se vincessi, confessioni di un tifoso scozzese (2018), La traversa spezzata. gli scozzesi conquistano Londra (2020), La Regia di Pippo (2022). Sta curando la biografia di Villiam Vecchi di prossima uscita.
8 risposte
La ringrazio Sig. Cattani,
Molto interessante questa storia che non conoscevo.
Complimenti!
Saluti e alla prossima.
Amerigo D’Aloisio
Grazie sig. D’Aloisio
Come al solito questo blog ci regala delle vere e proprie perle! Come questo ricordo incredibile tra sport e storia ! Complimenti!
Grazie Mirko
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