JOHANN CRUIJFF E LA GRANDE RIVINCITA.

E’ stato uno dei più grandi calciatori della storia di questo sport. Ed è stato un rivoluzionario, prima in campo e poi in panchina.

I trionfi all’Ajax, al Barcellona e l’epopea della grande Olanda con il Mondiale accarezzato e poi perso nel 1974.

Sfiorato, ma forse ancora più importante di tutti gli altri trionfi per quello che ha rappresentato.

Un calcio nuovo, mai visto prima per ritmo, intensità, creatività e bellezza e del quale Johann Cruijff è stato l’indiscusso condottiero.

Ma c’è un altro grande trionfo nella carriera del grande numero “14” del calcio mondiale.

Quello magari meno ricordato e meno celebrato ma di sicuro, per come è maturato e si è sviluppato, uno dei più apprezzati dallo stesso Cruijff.

E’ l’estate del 1983. Johann Cruijff tornato all’Ajax due anni prima dopo l’esperienza catalana e qualche anno negli States e una puntata al Levante nella Segunda Division della Liga, ha contribuito ai due titoli consecutivi vinti dai biancorossi nelle due stagioni precedenti.

Questo significa un altro assalto alla Coppa dei Campioni e con giocatori del calibro dei danesi Jesper Olsen e Jan Molby e dei giovani ma già affermati Gerald Vanenburg, John Van’t Schip, Frank Rijkaard e Marco Van Basten l’impresa non è certo un’utopia.

C’è un problema però e non di poco conto.

L’Ajax ha deciso di prescindere dal suo leader e capitano.

A Johann Cruijff non viene offerto un nuovo contratto.

“Cruyff condiziona tutta la squadra, non solo in campo ma anche nei corridoi della società e per di più non è determinante come un tempo”.

Questa è la voce più “tenera” che gira per Amsterdam in quel periodo.

Invidie, gelosie, rabbie sopite da tempo verso quello che già a vent’anni sotto la guida di Rinus Michels era la voce più ascoltata da dirigenti, tifosi e dallo stesso allenatore olandese esplodono tutte al termine di quella felice stagione.

Cruyff ha fatto abbondantemente la sua parte.

Trenta presenze complessive in stagione, nove reti e ben quattordici assist.

Il tutto arretrando notevolmente la sua posizione in campo visto che al centro dell’attacco c’è Wim Kieft, supportato in attacco da Olsen e Vanenburg.

Cruijff non ha ovviamente più lo scatto bruciante dei tempi d’oro ma ha, se possibile, aumentato la visione di gioco e la sapienza tattica.

Non è sufficiente.

E’ una decisione difficilissima da accettare.

La squadra dove ha tirato i primi calci, dove è cresciuto diventando in breve il leader della più grande rivoluzione calcistica che si ricordi non ha più bisogno di lui.

A 36 anni forse è davvero giunto il momento di farsi da parte. In fondo con due trofei appena vinti (Campionato e Coppa d’Olanda) è una di quelle “uscite di scena” che firmerebbero in tanti.

Poi però arriva una proposta.

La più inattesa e al contempo affascinante.

Il Feyenoord, la grande rivale del “suo” Ajax, gli propone un contratto.

Un anno con l’opzione addirittura per una seconda stagione che sarà lo stesso Cruyff che deciderà se far valere o meno.

E’ una sfida estrema, rischiosa e probabilmente impopolare per i tifosi di entrambe le squadre.

In pratica … la sfida perfetta per un carattere volitivo e orgoglioso come quello di Johann Cruijff.

Il Feyenoord viene da nove lunghi anni di astinenza in campionato. L’ultimo trionfo nella stagione 1973-1974 nella quale arrivò anche il trionfo in Coppa UEFA.

Nel campionato appena concluso è arrivato però un confortante secondo posto proprio alle spalle dell’Ajax.

In squadra ci sono ottimi giocatori come i difensori Michael Van de Korput (rientrato al Feyenoord dopo tre stagioni al Torino), Sjaak Trost, i centrocampisti Mario Been e Andrè Hoekstra e gli attaccanti Peter Houtman e Pierre Vermeulen. Ma c’è soprattutto un giovane esterno di centrocampo dalla potenza fisica impressionante che sta diventando un calciatore di livello mondiale.

Si chiama Ruud Gullit e della presenza in squadra di Johann Cruyff sarà uno di quelli a trarne maggiore beneficio.

Il Feyenoord parte con il piede giusto in campionato.

Nelle prime sei partite colleziona cinque vittorie e un pareggio e quando alla 7ma di campionato Cruijff e compagni si presentano all’Amsterdam Arena per la sfida con i “lancieri” le speranze di imporre la propria superiorità sono tante.

Arriva invece un clamoroso “8 a 2” con protagonista del match un longilineo attaccante non ancora diciannovenne di nome Marco Van Basten autore di una tripletta e semplicemente inavvicinabile per i difensori del Feyenoord.

Cruijff mastica amaro.

Attendeva quella partita per mostrare al suo vecchio pubblico di cosa era capace.

In realtà quella sarà la svolta per il campionato del Feyenoord.

Dopo la batosta contro gli eterni rivali arrivano la bellezza di quattordici risultati utili consecutivi, undici dei quali sono vittorie.

La serie sarà interrotta solo il 19 febbraio 1984 per mano del Groningen, proprio la settimana prima del ritorno contro l’Ajax, stavolta ovviamente tra le mura amiche del De Kuip.

Stavolta non si può sbagliare. C’è un conto aperto da sistemare.

Aprirà le danze Gullit con un fantastico gol su punizione da venticinque metri.

Pochi minuti dopo arriva il momento che Johann Cruijff sta aspettando dall’estate precedente, da quando cioè si è visto chiudere le porte in faccia nel “suo” Ajax.

C’è un cross dalla destra di Gullit verso il centro dell’area di rigore.

Cruyff stacca con tempismo perfetto e schiaccia il pallone sul secondo palo.

Con un balzo prodigioso Hans Galjé, il portiere dell’Ajax, riesce a respingere il pallone.

Su quel pallone si avventa prima di tutti lo stesso Cruijff che con tutta la rabbia che ha in corpo scarica un sinistro potentissimo sotto la traversa.

Finirà quattro a uno.

Per il resto del torneo il Feyenoord non perderà più una sola partita e quando il 6 maggio 1984 va a giocare in trasferta contro il Willem II sa che una vittoria gli regalerebbe matematicamente il titolo … non sui grandi rivali dell’Ajax ma sul PSV Eindhoven, l’ultima squadra a cedere allo strapotere di Cruyff, Gullit e compagni.

Il Willem II verrà strapazzato con un secco cinque a zero e a segnare il primo gol sarà ancora lui, Johann Cruijff autore di un’altra partita sontuosa.

Oltre al titolo arriverà un’altra doppietta con la Coppa d’Olanda conquistata in finale ai danni del Fortuna Sittard … e dopo aver eliminato l’Ajax negli ottavi di finale.

Al termine di quel campionato Johann Cruijff verrà eletto “Miglior calciatore della Stagione”.

L’assalto alla Coppa dei Campioni a cui aveva dovuto suo malgrado rinunciare l’anno prima si ripropone nella stagione 1984-1985 con il Feyenoord che torna a calcare il palcoscenico della più importante manifestazione continentale.

Feyenoord che fu la prima squadra olandese a conquistare questo trofeo nella finale di San Siro del maggio del 1970.

Stavolta però sarà lo stesso Cruijff a rinunciare.

“Trentasette anni sono tanti e non sono più sicuro di riuscire a giocare un’altra stagione al mio livello abituale” dichiarerà Hendrik Johannes Cruijff al termine della stagione.

Dopo un anno sabbatico Johann Cruijff tornerà a casa.

Ad attenderlo c’è la panchina dell’Ajax dove ricomincerà a insegnare calcio e a sovvertire gli schemi e le tradizioni consolidate con il suo coraggio e con il suo indiscutibile genio.

… ma questa, come direbbe qualcuno, è un’altra storia.

BIO: Remo Gandolfi e’ nato e vive a Parma. Ha gia’ 7 libri all’attivo tra i quali il fortunato “Matti, miti e meteore del futbol sudamericano”. Ha una rubrica fissa sul popolare Calciomercato.com (“Maledetti calciatori”) e con gli amici di sempre gestisce un blog www.ilnostrocalcio.it . Quanto all’amato pallone, e’ profondamente convinto che la “bellezza” e “il percorso” contino infinitamente di piu’ del risultato finale.

2 risposte

  1. Quindi la leggenda del Cruijff del mundialito che era a fine carriera era una panzana…ha giocato ancora 3 anni a grandi livelli. Peccato.

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