MilieuEdizioni
22 ottobre 1969, alla Bombonera di Buenos Aires si gioca Estudiantes-Milan, finale di ritorno di coppa Intercontinentale, partita passata alla storia come prima coppa mondiale del Milan, ma ricordata soprattutto per essere stata una delle traferte più violente e drammatiche della storia del calcio italiano. Sono stati proprio gli argentini, sconfitti 3 a 0 all’andata, a scegliere il campo del Boca e a non voler giocare nello stadio del River Plate, il Centenario. Troppo grande, troppo facile per l’undici rossonero.
Volevano uno stadio che incutesse timore ai milanesi e così hanno scelto un vero e proprio catino dove potevano attuare e portare a termine la loro mattanza. Non una partita di calcio ma una vera e propria caccia all’uomo.
Raccontando quello storico match Milan, gli eroi della Bombonera ricostruisce attraverso i racconti dei protagonisti e le immagini dell’unico fotografo italiano presente, uno degli episodi più epici del calcio novecentesco, raccontando le vite di calciatori entrati nel mito, e ricostruendo il clima di un’epica lontana e indimenticabile.
Lodetti, Sormani, Combin, Prati, attraverso i ricordi dei calciatori, le interviste e i materiali dell’epoca, il libro fa rivivere quella stagione epica del nostro calcio, grazie alle immagini di Ubaldo Bungaro, sospese tra storia dello sport e cronaca del costume.
Il ricordo di Gianandrea Bungaro
Mio padre aveva un laboratorio. Il classico sottoscala, nelle cantine, sotto i palazzi di Città Studi a Milano. Di lavoro faceva il fotografo e in quel sottoscala, con tanto di divano per le notti lavorative, c’era, ovviamente, una camera oscura.
Non ci si poteva entrare. Avevo il terrore di passare la porta che portava alla camera oscura; sapevi che la luce avrebbe rovinato il “rullino” come diceva lui. Il classico Ilford bianco e nero. Aspettavi ansioso fuori che papà uscisse con la fotografia in mano o che ti dicesse di entrare e tu le potevi ammirare appese ad un filo, ad asciugare, con le mollette.
Avevo quasi 6 anni ed il ricordo è vivido. Mio padre esce e mi fa vedere una foto da film splatter. In bianco e nero. A terra c’è un giocatore del Milan e alle spalle il massaggiatore con la tuta nera ufficiale. Sulla magliette bianca di Combin (questo il nome del giocatore) una chiazza immensa. Anche se in bianco e nero (poi scoprii che c’era anche a colori) si capisce benissimo che quello è sangue. Tanto sangue.
Con quella foto è iniziato il mio amore per il Milan. Ma quella foto rappresenta anche una partita fra le più difficili che una squadra italiana abbia mai disputato in terra straniera: a Buenos Aires nello stadio del Boca Juniors la famosa “Bombonera”.
Solo che il Milan non giocava contro il Boca bensì contro l’Estudiantes. Sono stati proprio loro, gli argentini, a non voler giocare nello stadio del River Plate il Centenario. Troppo grande, troppo facile per l’undici rossonero. Volevano giocare in uno stadio che incutesse timore ai milanesi e così hanno scelto un vero e proprio catino dove potevano attuare e portare a termine la loro mattanza. Non una partita di calcio ma una vera e propria caccia all’uomo. Per oltre 90 minuti.
Questo è stato Estudiantes Milan del 22 ottobre 1969.
Solo che a differenza di tante altre partite, alla fine, abbiamo vinto noi.
NESTOR COMBIN BACIA LA COPPA INTERCONTINENTALE
La Coppa Intercontinentale è arrivata a Milano insieme agli Eroi della Bombonera: Cudicini, Malatrasi (Maldera), Anquilletti, Fogli, Rosato, Schnellinger, Lodetti, Rivera, Sormani, Néstor Combin, Prati (Rognoni) allenati dal più grande dei condottieri: Nereo Rocco.
- LA SQUADRA ALL’ARRIVO A MILANO: IL FOTOGRAFO È UBALDO BUNGARO, PADRE DI GIANANDREA.
- Quanto accaduto prima, durante e dopo la partita ha ispirato Gianandrea Bungaro, nella scrittura del libro : “MILAN, GLI EROI DELLA BOMBONERA”.
BIO: Gianandrea Bungaro
- Nato a Milano il 17 gennaio 1964. Due giorni dopo, caso del destino, si recupera a San Siro la 9° giornata di campionato. Non è una partita come le altre, è il derby!
- Si gioca in casa dell’Inter e vinciamo 2 a 0. Quindi può dire di essere nato sotto una bella stella: quella rossonera.
- Si considera un giornalista sportivo (sa scrivere solo di quello).
- Ha una Laurea Magistrale in Scienze Motorie e ha scritto “Milan, gli eroi della Bombonera” (Milieu Edizioni) e ha collaborato, scrivendo del maestro Pepe Schiaffino, al libro “Fantasia Milanista. Eroi, leggende e numeri 10 rossoneri”. (Edizioni della Sera)
- A volte, per lavoro, segue il Milan dalla tribuna ma il cuore vorrebbe sempre portarlo in Curva Sud.