STAMFORD BRIDGE E LA MILAN-CHELSEA CONNECTION.

Se vai a Londra, capitale del calcio europeo, non puoi esimerti dall’andare a visitare uno stadio. Magari senza fare il tour organizzato, ma ci devi andare.

Questa volta, data la brevità del soggiorno, ho scelto Stamford Bridge, la casa del Chelsea, perché da qui arrivano gli ultimi importanti acquisti della mia squadra del cuore: l’AC Milan.

Parliamo di Ruben Loftus-Cheek e di Christian Pulisic.

Il primo dovrebbe colmare il vuoto lasciato dalla partenza di Tonali, da cui ha ereditato la maglia numero 8. Il suo primo incrocio con il Milan risale alla stagione 2013-’14 quando la Primavera rossonera e i pari età del Chelsea si affrontarono nel girone eliminatorio della UEFA Youth League. Da lì, la sua costanza lo ha premiato fino al consacramento in prima squadra, trovando il suo miglior rendimento sotto la gestione Sarri.

Il secondo, invece, appena sbarcato a Milano, sostituirà Brahim Diaz, rientrato al Real Madrid a fine prestito. L’americano è un vero e proprio jolly che può ricoprire diversi ruoli offensivi: trequartista, esterno, falso nove ma anche quello di mezzala seppur in un improbabile, forse, centrocampo a tre.

Classe ’98 con un palmarès interessante, in cui figura una Champions League; è stato inoltre il capitano più giovane nella storia della nazionale statunitense a soli 20 anni e 63 giorni, nickname Capitan America…in attesa di Carlo Pellegatti!

Il Chelsea, dopo la svendita all’ingrosso di pressoché metà organico, ripartirà avendo alla guida Pochettino. Il tecnico argentino avrà il compito di riportare in Europa i Blues dopo l’infernale stagione passata che, nonostante la faraonica campagna acquisti, è stata a dir poco deludente.

Potter, in rampa di lancio dopo il buon lavoro svolto al Brighton, non è riuscito ad ottenere i risultati sperati. Ciò conferma che, nella complessità di un gioco come il calcio, il totale non è dato dalla somma dei singoli elementi ma da come gli stessi riescano a relazionarsi, calcisticamente parlando, nel rettangolo di gioco.

Ma torniamo a Stamford Bridge: il tempio dei Blues ha visto negli anni tanti campioni che, prima o dopo, hanno militato nel campionato italiano con la maglia rossonera.

Non saprei ricordarli tutti ma alcuni hanno lasciato un segno indelebile.

Tra questi Raymond Colin Wilkins detto “The Razor”, il rasoio, per la sua capacità di calciare la palla e trovare, con una traiettoria tesa, un compagno a notevole distanza. Ray arrivò al Milan nel 1984 dal Man Utd ma con 179 gare giocate con i Blues dal 1973 al 1979. Un amico, un gentleman.

E poi Gianluca Vialli, che il Milan lo ha soltanto sfiorato, il mio Gaffer (allenatore) nell’ esperienza a Watford nel 2001, proprio con Wilkins come secondo allenatore.

Sarò sempre grato a Gianluca per avermi dato la possibilità, a 38 anni, di coronare un sogno: vivere da giocatore l’atmosfera del calcio inglese.

Luca e Ray, una coppia d’assi, in campo e fuori, che ci ha lasciato troppo presto ma che non sarà mai dimenticata.

Un altro campione che ha vestito sia la maglia rossonera che quella della squadra londinese è Marcel Desailly che vanta, tra il 1998 e il 2004, 168 partite con i Blues. Centrocampista e difensore centrale, aggressivo sull’avversario, capace di ricoprire porzioni importanti di campo, grande recuperatore di palloni, uno dei protagonisti e marcatori della finale di Champion’s League di Atene nel 1994 contro il Barcellona.

Tutti i giocatori menzionati sono presenti sul Shedwall (il muro delle leggende) situato proprio a Stamford Bridge.

Anche Ruud Gullit approdò a Stamford Bridge, dove portò a termine la sua carriera tra il ’95 e il ’98, collezionando 48 presenze e ritornando a ricoprire, come ad inizio carriera nel PSV Eindhoven, il ruolo di difensore centrale. L’olandese nella stagione ’96-’97 ebbe l’onere e l’onore di ricoprire il ruolo di giocatore-allenatore, culminato con la vittoria della FA Cup.

Come non ricordare Sheva che, dopo aver vinto tutto con il Milan, ha giocato due stagioni (2006-2008) nel Chelsea. Tuttavia, durante il biennio londinese, non incise come in rossonero. Al Milan tornò in prestito nella stagione 2008-’09, ma la sua seconda avventura meneghina non soddisfò le aspettative: 18 presenze, zero goal. Solo l’ombra di quel giocatore che aveva entusiasmato la Milano rossonera.

Tra i giocatori ricordo anche Carlo Cudicini, figlio di Fabio, il “Ragno Nero”. Cresciuto nel settore giovanile rossonero, Carlo è arrivato ai Blues nel pieno della maturità collezionando 142 presenze tra il ‘99 e il ’09.

Come non menzionare Thiago Silva, del quale ho avuto modo di apprezzare, oltre alle doti tecniche, la sua volontà di apprendere. Era il lontano 2009, al suo primo anno di Milan ed alla mia unica stagione nella “learning gym” di Carlo Ancelotti in qualità di assistente tecnico.

Proprio lo stesso Mister Carlo Ancelotti, più in là, nello stesso anno, si trasferì sulla panchina del Chelsea dove rimase fino al 2011, riuscendo ad ottenere il double.

Chiudiamo con Re Carlo la rassegna della Milan – Chelsea connection, perché sarebbe sin troppo facile citare i contemporanei Olivier Giroud e Fikayo Tomori, protagonisti indiscussi di questi ultimi anni di Milan, provenienti entrambi dai Blues. Negli anni, tuttavia, l’asse tra i due club è sempre stato caldo, come lo fu per altri fuoriclasse come Fernando Torres, Crespo ed Essien.

Tirando le somme, Londra – Milano è sempre stata una tratta trafficata, dove il talento non è mai mancato. Tra Stamford Bridge e San Siro si sono scritte le storie di uomini, di giocatori: storie di Calcio.

Con l’augurio che tutto ciò possa continuare.

Filippo Galli con Luca Lazzaro

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