IL NOSTRO GROUNDHOPPING TRA INGHILTERRA E SCOZIA – 1^PARTE.

UN VIAGGIO, LE IMMAGINI E POCHI ANEDDOTI.

3 AGOSTO ’23 giovedì

La partenza è prevista da Rapallo per giovedì 3 agosto alle ore 10.00. In perfetto orario iniziamo il viaggio che prevede la prima tappa a Digione, in Francia. Arriviamo nella città, conosciuta per la senape e in generale per le specialità culinarie nonché , per noi calciofili, per Pierre Aubameyang, oggi al Marsiglia, in passato protagonista al Borussia Dortmund e all’Arsenal, uscito dal Settore Giovanile del Milan nel 2008. Fu proprio qui che cominciò a mettersi in mostra a livello internazionale. Sistemati i bagagli nell’alloggio andiamo in centro per una veloce cena.

4 AGOSTO ’23 venerdì

La mattina successiva riprendiamo il viaggio verso Calais, il traghetto parte alle 16.10.

Sbarcati a Dover verso le 17.30 l’intenzione è quella di dirigerci verso Luton ma, considerato il traffico e i numerosi chilometri già percorsi, decidiamo di fermarci a Chatham. Rotta verso l’hotel. Nel percorso scorgiamo il training ground che scopriamo essere quello della squadra locale, il Chatham Football Club,

compagine che milita nella Isthmian Premier Division, una lega semiprofessionistica a cui prendono parte squadre dell’area di Londra e del sud est dell’Inghilterra. Grazie a Danny riusciamo a visitare la struttura.

DANNY AND ME.

Poco distante da Chatham c’è Gillingham, rappresentata in ambito calcistico, dal Gillingham Football Club, squadra che milita nella Football League Two. Quando nella stagione 2001-02′ giocavo nel Watford, il Gilllingham giocava nel Championship ma dovetti saltare la trasferta a causa di un leggero infortunio.

Le partite casalinghe si giocano al Priestfield Stadium. In pochi minuti siamo là! Impossibile vedere qualcosa all’interno ma basta l’emozione che la struttura ci regala.

Di seguito, nel tentativo di fare un po’ di chiarezza, un’immagine che rappresenta la piramide del calcio inglese.

5 AGOSTO’23 sabato

La mattina si parte per Luton, situata a 51 km a nord di Londra. La città è calcisticamente rappresentata dal Luton City Football Club che, dopo aver vinto lo scorso maggio la finale playoff di Wembley, ai rigori, contro il Coventry, giocherà nella Premier League.

Il club nacque l’11 aprile 1885 dalla fusione di due squadre preesistenti, il Luton Wanderers ed il Luton Excelsior. Ebbe il suo momento di gloria nel 1988, anno in cui vinse la Coppa di Lega.

I colori della maglia del Luton Town sono l’arancione e il blu.

Luton è stata per molti anni la città famosa per la produzione di cappelli e infatti i tifosi del Luton Town vengono ribattezzati “i Cappellai” (The Hatters).

C’è grande attaccamento tra la squadra e il territorio, feeling che si è ulteriormente rafforzato con la recente promozione in Premier League.

La squadra disputa le partite casalinghe allo stadio Kenilworth Road, sede del club fin dal 1905. Praticamente lo stadio è avvolto nelle case del quartiere che lo ospita.

La società sta cercando di realizzare i necessari interventi alla struttura per renderla conforme agli standard richiesti dalla Premier League. La prima gara casalinga prevista per il 19 agosto con il Burnley, altra neo promossa, è stati infatti rinviata. Probabilmente la prima gara casalinga sarà il primo settembre con il West Ham.

Lasciamo Kenilworth Road, direzione Coventry.

Coventry è una città inglese situata a 153 Km a nord-ovest dal centro di Londra ed è stata quasi completamente ricostruita dopo la seconda guerra mondiale a causa degli incessanti bombardamenti dall’aviazione tedesca nell’agosto 1940.

È la prima città al mondo ad essersi gemellata, precisamente con Stalingrado, oggi rinominata Volgograd, su precisa volontà dei cittadini che, memori di quanto vissuto, vollero dimostrare il loro sostegno all’Armata Russa impegnata nella battaglia di Stalingrado contro l’esercito tedesco.

Coventry è sede di due Università: quella omonima, con sede nel centro cittadino, e quella di Warwick con sede nella periferia meridionale della città.

Dopo essere stata un importante centro di lavorazione del ferro e della ceramica, negli anni ’50 e ’60  Coventry diventa uno dei centri di maggiore produzione automobilistica del paese.

Con gli anni ’70, tuttavia, si è assistito ad un declino dell’industria automobilistica che portò, nel decennio successivo, ad uno dei tassi di disoccupazione più alti del paese ed al conseguente aumento del tasso di criminalità.

Coventry oggi è una città moderna e dinamica con un bel centro storico che ospita molte attività commerciali. 

È inoltre conosciuta per aver dato i natali a Lady Godiva, una delle donne inglesi che più combatté per la libertà del suo popolo.

Il Coventry City Football Club, la squadra che rappresenta la città, è stato fondato nel 1883 con il nome  Singer F.C., dai lavoratori dell’omonima casa automobilistica inglese. Solo nel 1899 assumerà l’attuale nome, un anno dopo il trasferimento nello storico stadio di  Highfield Road sede delle gare casalinghe fino alla sua demolizione avvenuta nel 2006.

Da quella data il Coventry si è trasferito al City of Coventry Stadium denominato anche Ricoh Arena per motivi di sponsorizazzione.

L’Arena è tutt’oggi, dopo una serie di cambiamenti, tra cui anche alcune gare giocate al St.Andrew’s, casa del Birmingham (scelta duramente contestata dai tifosi), la sede degli incontri casalinghi della squadra.

Lo stemma del club si ispira a quello della città, riprendendone alcuni elementi fondamentali quali il Grifone, la Viverna e l’Elefante, simbolo quest’ultimo che appare in posizione centrale e che è considerato distintivo della squadra.

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Torniamo alla storia del club: la prima promozione in First Division (quella che oggi sarebbe la Premier League) arriva nel 1967, grazie al manager Jimmy Hill che però lasciò l’incarico subito dopo l’impresa, preferendo la carriera televisiva

LA STATUA DEL MANAGER JIMMY HILL ALL’ESTERNO DELLA RICOH ARENA

Vent’anni dopo, nel 1987 il Coventry conquista il suo primo trofeo nazionale, con la vittoria della FA Cup, imponendosi per 3-2 contro il Tottenham, nella finale di Wembley.

Nel 1992 il club è stato fra i membri fondatori della neonata Premier League  a cui ha partecipato ininterrottamente fino alla stagione 2000-’01, anno in cui retrocesse in seconda serie dopo 34 anni.

Dopo una serie di difficoltà che lo vedono retrocedere fino alla Football League Two (la quarta serie) la squadra riesce a risalire fino ad arrivare alla mancata promozione in Premier a causa della sconfitta nella doppia finale playoff contro il Luton dello scorso giugno.

Alla nascita i colori delle maglie erano il blu e il rosa.

In seguito ci sono stati diversi accostamenti di colori fino ad arrivare, dalla seconda metà degli anni 20, all’attuale colore celeste che, pur continuando con variazioni di accostamento ad altri colori , dà il soprannome a giocatori e tifosi: “the sky blues“.

Nonostante la sconfitta nell’atto finale per accedere alla Premier League i tifosi del Coventry non hanno perso l’entusiasmo ed in tanti hanno sottoscritto l’abbonamento per la stagione 2023-’24.

Nelle file del Coventry è cresciuto Mark Hateley che, dal 1978 all’83, ha collezionato 93 presenze e 25 goal.

Lasciata Coventry ci dirigiamo verso la città di Birmingham seconda solo a Londra per numero di abitanti (circa 1.150.000) che, compresa la periferia, accoglie ben 2 squadre di Premier, l’Aston Villa ed il Wolverhampton e 2 della Football League Championship (la serie B inglese), il Birmingham City e il West Bromwich Albion.

Per ragioni di tempo dobbiamo rinunciare alle visite del Villa Park Stadium, del Moulinex Stadium e del The Hawthorns rispettivamente i teatri delle partite casalinghe dell’Aston Villa, dei Wolves e del West Bromwich Albion. Stadi che peraltro ebbi già modo di vedere nelle vesti di giocatore (Moulinex e Hawthorns) ed in quelle di accompagnatore (Villa Park) del CAPITANO Franco Baresi quando, nel 2002, lavorò per qualche mese per il Fulham allora proprietà di Mohamed Al-Fayed. Al Villa Park si giocò infatti la semifinale di FA Cup tra i Cottagers ed il Chelsea.

Andiamo pertanto al St. Andrew’s casa del Birmingham Football Club.

Fondato nel 1875 come Small Heath Alliance, il club assunse la denominazione attuale nel 1943.

Il periodo di maggior successo della sua storia risale tra la fine degli anni 50 e l’inizio degli anni 60.

I calciatori e i tifosi del Birmingham sono conosciuti con il soprannome di Blues per via del colore delle maglie da gioco.

Le prime gare nell’attuale stadio, il St.Andrews, si giocarono nel 1905.

Dal 1992, anno di nascita della Premier League, per dieci stagioni il Birmingham City FC non è mai riuscito a raggiungere la massima divisione inglese. I suoi tifosi hanno così dovuto aspettare fino al 2002 per vedere i propri beniamini in Premier.

La permanenza in Premier dura fino alla stagione 2005-’06. Retrocessioni e promozioni si susseguono fino alla stag. 2009-10, stagione di stabilità con la permanenza nel massimo campionato ma, nella stagione 2010-11 arriva l’ennesima retrocessione nel Championship, categoria in cui la squadra milita tutt’oggi.

L’ultimo trofeo vinto, la coppa di Lega d’Inghilterra, risale al 2011.

Nella stagione 2016-’17 la squadra viene affidata al tecnico italiano Gianfranco Zola che però verrà esonerato in aprile.

Toccante il tributo dei tifosi della squadra e non solo, a Trevor Francis, cresciuto nelle giovanili ed affermatosi poi nella 1^ squadra a suon di goal e prestazioni maiuscole. Trevor ci ha lasciato da poco e le immagini qui sotto testimoniano l’affetto della gente nei suoi confronti.

Al St.Andrew’s è legato forse uno dei momenti più ilari della mia carriera calcistica. Stagione 2001-’02, si gioca Birmingham-Watford, alla fine del primo tempo siamo sotto 3-0. Rientriamo negli spogliatoi. Vialli il nostro coach lascia che ognuno rifletta su quanto accaduto poi, a pochi minuti dal rientro in campo, raduna tutti attorno a sè, giocatori e staff. E’ arrabbiatissimo ma cerca di contenere la rabbia e sposta il discorso su temi motivazionali. Siamo tutti in silenzio, ad un tratto, da un angolo della stanza arriva un rumore molto chiaro. Luca si blocca si volta in quella direzione e chiede: “Who farted???”(Chi ha scoreggiato???). A quel punto il colpevole allunga il braccio verso il mister alzando l’indice con l’intimo desiderio che lo stesso riesca a nasconderlo, trovando il coraggio di rispondere : “It’s me Luca, sorry!”. Ricordo ancora l’espressione del nostro tecnico che non potè trattenere un sorriso, abbandonò ogni velleità di proseguire il discorso e partì con il grido: “Com’n lads!!!”. La partita finì 3-2.

Lasciata Birmingham torniamo a Coventry, dove abbiamo previsto di pernottare così da essere più vicini alla tappa successiva,.

6 AGOSTO ’23 sabato

Sveglia di buon ora, colazione e via, verso Leicester, dove, grazie a Michele De Bernardin, conosciuto durante la mia esperienza lavorativa al Parma, allenatore dei portieri dello staff della Prima Squadra, assistiamo alla gara di esordio stagionale delle Foxes nel Championship contro il Coventry City.

La squadra è guidata da Enzo Maresca che dopo la sfortunata parentesi alla guida del Parma nella stagione 2021-’22 ed il successivo rientro alla corte di Guardiola al Man City, riparte con una nuova sfida.

Il Leicester City fu fondato nel 1884 da un gruppo di studenti della Wyggeston School con il nome di “Leicester Fosse”.

Dopo aver adottato dal 1884 al 1886 maglie nere con sbarra diagonale azzurra sul torso, il club ha adottato quali colori sociali il blu reale (tinta tradizionalmente dominante sulle maglie casalinghe) e il bianco(tinta complementare e talora dominante nelle maglie esterne).

Egualmente presente nel patrimonio dell’identità visiva delle Foxes è il colore giallo/dorato, molto ricorrente nelle finiture dei completi e talora dominante nelle casacche secondarie.

L’emblema della volpe è associato al club dal 1948; esso evoca la larga presenza di tale animale (e la diffusione della relativa pratica venatoria) nel Leicestershire.

A cavallo tra gli anni ’70-’80 (1978-1985), ha annoverato nelle proprie fila uno dei più grandi centravanti inglesi: Gary Lineker, cresciuto nelle giovanili del Club, ceduto all’Everton dopo la vittoria del titolo di capocannoniere nella stag.’84-’85, si ripeterà con i Toffies segnando 30 goal nella stagione ’85-‘86. Vestirà anche le maglie di Barcellona, Tottenham e chiuderà la carriera in Giappone nel Nagoya Grampus. Lineker collezionerà anche 80 presenze e 48 goal con la Nazionale inglese.

Nel 2010 il Leicester Football Club viene acquistato da Vichai Srivaddhanaprabha il fondatore dell’azienda King Power, società proprietaria della catena di duty free il cui primo negozio fu aperto nel 1989 in Thailandia.

Vichai perde la vita il 27 ottobre 2018, quando l’elicottero su cui si trovava (decollato dallo stadio dopo la partita con il West Ham) si schianta fuori dall’impianto. Assieme a lui muoiono anche le altre 4 persone dell’equipaggio.

La squadra grazie alla nuova proprietà è salita alla ribalta nazionale ed internazionale per l’inaspettata vittoria della Premier League nella stagione 2015-’16, sotto la guida tecnica dell’allenatore italiano Claudio Ranieri: apparentemente meno competitivo di altri club più blasonati, il Leicester si è reso protagonista di uno dei trionfi più sorprendenti nella storia del calcio.

La sede degli incontri interni delle Foxes è il Leicester Football Stadium, inaugurato nel 2002 in sostituzione del secolare e obsoleto Filbert Street.

Nel 2011, assume, per ragioni commerciali, il nome di King Power Stadium.

LA STATUA DI VICHAI SRIVADDHANAPRABHA CHE DIVENNE PROPRIETARIO DEL CLUB NEL 2010.

Torniamo alla gara. Il Leicester esce vincitore in rimonta (2-1) cercando sempre di fare la partita e, pur correndo il rischio di subire il raddoppio in più di una circostanza, vince con merito. Buona prestazione, portiere (Hermansen) decisivo e doppietta di Dewsbury-Hall a piegare la resistenza del Coventry. Davvero un’accoglienza strepitosa, ci siamo sentiti a casa. Grazie Leicester Football Club!

Lasciamo Leicester dopo il match, direzione Nottingham conosciuta per essere la casa della leggenda Robin Hood.

Nottingham ospita due squadre di calcio professionistiche: il Notts County e il Nottingham Forest.

City Ground e Meadow Lane sono davvero vicinissimi, praticamente separati solo dal fiume Trent.

MEADOW LANE IN ALTO A SX E IL CITY GROUND

Arrivati in città andiamo subito a far visita agli stadi. Risultano inaccessibili ma solo passarvi vicino ti permette di respirare calcio e rivivere la storia.

Precedenza al City Ground. All’ingresso c’è un guardiano, proviamo a convincerlo per poter accedere solo per un attimo all’interno della struttura ma, seppur con fare gentile, risulta irremovibile. Non resta che accontentarci e scattare foto dall’esterno.

Il Forest è stato due volte vincitore, nel 1978/79 e 1979/80, della Coppa dei Campioni (oggi UEFA Champions League) sotto la guida dell’allenatore Brian Clough e del suo vice Peter Taylor.

È ancor oggi l’unico club ad essersi laureato più volte campione d’Europa che campione nazionale.

Il soprannome è quello di Reds (rossi) il colore delle maglie indossate dai giocatori in occasione della prima partita giocata proprio contro i rivali cittadini del Notts County ed espressamente scelto nella riunione di fondazione della società come omaggio a Giuseppe Garibaldi e ai suoi combattenti volontari in camicia rossa, all’epoca estremamente popolari in Gran Bretagna.

Brian Clough in primo piano a sx.

Brian Clough è considerato uno dei più grandi allenatori della storia del calcio per le sue idee innovative. Lasciamo però ad altri articoli ogni considerazione su questo vero e proprio fuoriclasse. Qui ci limitiamo a dire che Clough è stato insignito del titolo di Officer (of the Order of) the British Empire (OBE) – Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, per i suoi meriti sportivi.

LA STATUA DI BRIAN CLOUGH ERETTA NEL CENTRO DI NOTTINGHAM

La squadra prende il nome dal Forest Recreation Ground, il primo campo a nord di Nottingham in cui giocò nei primi anni dalla sua fondazione; nel 1900 si spostò invece al City Ground, stadio oggi dedicato alla memoria di Clough.

Una nota per ricordare che il primo italiano a giocare in Premier League fu Andrea Silenzi proprio nelle file del Nottingham Forest, nella stagione 1995-96, totalizzando 12 presenze.

Eccoci al Meadow Lane, che ospita le partite casalinghe del Notts County militante nella Football League Two, la quarta serie dei campionati inglesi. Anche qui è impossibile entrare. È sabato sera e nessuno è presente presso la struttura.

Il club è il quinto più antico del mondo, preceduto solo da Sheffield FC, Hallam, Cray Wanderers e Worksop Town tuttavia, non avendo queste ultime squadre mai superato il dilettantismo, il Notts County può fregiarsi del titolo di “club professionistico più antico del mondo”.

Il Notts ha sempre avuto una storia travagliata. Al termine della stagione 2018-19 la squadra retrocede addirittura, per la prima volta nella sua storia, in National League, la prima serie dilettantistica inglese.

Oggi il Notts County milita invece in Football League Two, quarta serie del campionato inglese di calcio.

Simbolo del club due gazze (magpies) appoggiate su un pallone.

I colori sociali, dopo diversi cambiamenti iniziali, sono, dal lontano 1890 ad oggi, il bianco e il nero.

Come molti sapranno, alla casacca dei Magpies è legato un curioso aneddoto: nel 1903 la Juventus chiese a uno dei suoi soci, Gordon Thomas Savage, di «procurare divise da gioco più professionali» rispetto a quelle utilizzate fino ad allora dalla squadra torinese – camicia rosa con cravattino nero – che, oltre a essere poco adatte all’uso sportivo, avevano anche il difetto di scolorire. Savage aveva un amico tifoso dei Notts, che provvide a spedire delle uniformi analoghe a quelle della sua squadra del cuore. Da quel momento la Juventus adottò anch’essa la divisa bianconera come prima maglia.

Trascorsa la notte a Nottingham, il mattino seguente ritentiamo l’approccio ai due stadi senza successo. Delusi, ripartiamo per la tappa successiva: Sheffield.

7 AGOSTO ’23 lunedì

La città è situata nelle valli del fiume Don e dei suoi quattro affluenti, il Loxley, il Porter Brook, il Rivelin e lo Sheaf.

Durante il 19° secolo Sheffield diventò famosa a livello internazionale per la produzione dell’acciaio.

Tra gli anni 70 e 80, la competizione internazionale per la produzione di ferro e acciaio causarono, insieme al crollo dell’estrazione di carbone, un declino nell’industria locale.

Dopo anni di crisi, con l’inizio degli anni duemila Sheffield sta andando incontro a un rinnovato sviluppo. 

Il 61% dell’intera area di Sheffield è spazio verde e un terzo della città si trova all’interno del Peak District National Park. Ci sono più di 200 parchi, boschi e giardini in città e circa 2,5 milioni di alberi, che fanno di Sheffield la città col più alto rapporto di alberi rispetto agli abitanti di tutta Europa.

La città viene definita la culla del Football.

Il 24 ottobre 1857 venne infatti fondato il club di calcio più antico al mondo, lo Sheffield Football Club cui però non viene ufficialmente riconosciuto questo merito perché non ha mai militato nei campionati professionistici.

La città di Sheffield ha visto nascere, in seguito, altre due squadre, lo Sheffield United e lo Sheffield Wednesday entrambe fondate prima della fine del XIX secolo: lo United nel 1889, il Wednesday addirittura nel 1867.

Da subito nacque una grande rivalità sportiva, che continua ancora oggi: il derby tra Blades, le lame dello United, Owls, i gufi del Wednesday. 

I calciatori dello United sono infatti soprannominati The Blades (le lame), epiteto che trae origine dallo stemma del club, che dal 1977-1978 ha sostituito il gonfalone della città, presente sulle maglie dal 1966. La divisa ufficiale è a strisce verticali bianche e rosse. La squadra disputa le proprie partite casalinghe a Bramall Lane.

Gli Owls, nonostante alcuni cambiamenti, hanno indossato sin dalla loro nascita una maglia a strisce verticali bianche e blu. Le partite casalinghe si giocano all’ Hillsborough Stadium, tristemente noto per la tragedia calcistica ivi accaduta il 15 aprile 1989, in cui persero la vita 96 persone, nell’imminenza della gara valevole per la semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest.

Anche per Sheffield così come avvenuto per Birmingham siamo costretti a rinunciare alla visita dell’Home of Football Stadium casa dello Sheffield Football Club.

La prima visita è a Bramall Lane, anche qui nessuno ascolta le nostre preghiere per potere dare un’occhiata fugace e scattare una foto. Dobbiamo accontentarci.

Nel piazzale dello stadio c’è la statua di Joe Shaw che militò nel club per 21 stagioni (1945-1966) collezionando 714 presenze.

LA STATUA DI JOE SHAW NEL PIAZZALE ANTISTANTE BRAMALL LANE.

Ed ora via, verso Hillsborough. All’arrivo il primo impatto con il personale del club non è dei migliori,

poi grazie ad un addetto al mantenimento del terreno di gioco riusciamo a scattare qualche foto all’interno dello stadio.

Sheffield, lato Wednesday, è stata una delle tappe anglosassoni di Paolo Di Canio che giocò per gli Owls una stagione e mezza (1997-98) totalizzando 41 presenze e 15 goal.Acquistiamo la sciarpa nello shop gremito di fans e ci dirigiamo verso York per un soggiorno senza calcio o, meglio, senza stadi. Un altro italiano, Benny Carbone, ha lasciato il segno da queste parti con 96 presenze e 25 goal (1996-99).

Lasciamo Sheffield in direzione York.

8 AGOSTO ’23 martedì

Mattinata trascorsa nella città di York e nel primo pomeriggio partenza per Edimburgo.

Il racconto del groundhopping in terra di Scozia nella seconda parte. Di seguito l’arrivo nella serata di giovedì 10 agosto a Preston, provenienti da Glasgow.

10 AGOSTO ’23 giovedì

In realtà la visita a Preston non era prevista ma essendo la città poco distante da Blackpool, nostra meta, decidiamo di fare una piccola deviazione. Siamo nel tardo pomeriggio e in zona stadio non c’è nessuno.

Il Deepdale stadium è la casa del Preston North End Football Club, squadra che milita nel Championship inglese. Il club è soprannominato “the Lilywhites” (i gigli bianchi).

Davanti allo stadio c’è la statua dedicata a Tom Finney considerato il più forte giocatore di sempre del Preston con 433 presenze e 187 goal.

LA STATUA DEDICATA A TOM FINNEY DI FRONTE AL DEEPDALE

In questo stadio giocammo con il Watford nel gennaio del 2002, pareggiando 1-1.

All’ingresso dello stadio c’è un’immagine che ricorda la Dick Kerr Ladies Football Club, la squadra di calcio femminile nata nel 1917 tra le operaie della Dick, Kerr & Co. di Preston, dove lavoravano alla produzione di munizioni, ai tempi della prima guerra mondiale. Di fatto sono da considerarsi tra le pioniere del calcio femminile in Inghilterra e nel mondo.

L’IMMAGINE ALL’INGRESSO DEL DEEPDALE CHE RICORDA IL DICK KERR LADIES FOOTBALL CLUB

Una delle tribune dello stadio è dedicata a Bill Shankly (la Bill Shankly Kop) conosciuto da tutti per i suoi 15 anni da manager del Liverpool che guidò dal 1959 al 1974 ma che da calciatore conquistò proprio con il Preston la Coppa d’Inghilterra 1937-38.

Lasciamo Preston ed in mezzora siamo a Blackpool.

Ma perchè Blackpool? Confesso che oltre ad un’attrazione per questo club dovuta al colore arancione della maglia che ricorda l’Olanda degli anni 70, la decisione l’abbiamo maturata perchè a Blackpool è ambientata una delle serie TV di Netflix, “Stay close” che ci era particolarmente piaciuta.

Arriviamo in hotel, situato sul lungomare ma in una zona quieta, giusto in tempo per la cena.

Dopo cena, prima di prendere l’auto per un giro in città, attraversiamo la strada, superiamo la collinetta piena di vegetazione che ci separa dalla spiaggia convinti di vedere il mare a pochi metri: in realtà la bassa marea ha reso la spiaggia lunga 1 km e forse più! Andata, piedi in acqua, ritorno.

Saliamo in auto e ci dirigiamo in città. Blackpool viene definita la “città delle luci”. In realtà la troviamo semi buia se non consideriamo i due mall illuminati a giorno dalle infinite attrazioni: sale giochi, giostre, bar ecc…Le luci, oltre un milione di lampadine, del lungomare lungo circa 10 km, vengono infatti accese da fine agosto ad inizio novembre per 66 giorni consecutivi per dare vita al Blackpool Illuminations, considerato il più grande spettacolo di luci del Regno Unito.

Un’oretta o poco più e siamo in hotel.

11 AGOSTO ’23 venerdì

Sveglia di buon’ora, colazione veloce e rotta verso Bloomfield Road, lo stadio dei Seasiders. Così vengono soprannominati club, giocatori e tifosi del Blackpool Football Club, la scorsa stagione retrocessi nella Football League One subito dopo la promozione nel Championship, ottenuta nella stagione precedente (2021-’22).

Nel palmares del club figura una coppa d’Inghilterra vinta nella stagione 1952-’53 contro il Bolton.

LA FOTO COMMEMORATIVA DEL 50° ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA DELLA COPPA D’INGHILTERRA, NELLA RECEPTION DELLO STADIO.

All’esterno della struttura c’è la statua di Stanley Mortensen, autore di una tripletta nella finale sopracitata per cui divenne il primo calciatore a realizzare una tripletta in una finale del prestigioso trofeo.

Mortensen giocò per i Seasiders dal 1945 al 1955 collezionando 316 presenze e 197 goal!

STATUA DEDICATA A STANLEY MORTENSEN

Un’altra statua è quella dedicata a Jimmy Armfield difensore che ha giocato unicamente per il Blackpool, dal 1954 al 1971, con 569 presenze e 6 goal.

STATUA DEDICATA A JIMMY ARMFIELD

Anche qui l’accoglienza in reception è fredda, nessun sorriso, non parliamo poi del tono di voce quando chiediamo di poter fare una foto all’interno dello stadio!

Siamo però fortunati perchè, mentre stiamo passeggiando a piedi attorno all’edificio, ci imbattiamo in un allenatore che lavora per la Community di Blackpool. Ha un viso empatico e questo ci induce a provare a chiedere a lui di poter accedere allo stadio. Dopo qualche silenziosa riflessione ci guida all’interno. Thanks mate!

Con Blackpool e la visita al Bloomfield Road Stadium si chiude di fatto il nostro Groundhopping.

12 E 13 AGOSTO sabato e domenica, ci consentono di raggiungere Dover, quindi Calais e ancora Digione per pernottare e ripartire la mattina per arrivare a Monza nel pomeriggio di domenica.

Grazie Sabina, compagna di viaggio, e non solo, comprensiva, sensibile e paziente il giusto. Grazie a tutti coloro che abbiamo incontrato nel viaggio e, naturalmente, grazie a chi ci sta leggendo!

A presto per la 2^ parte dedicata alla Scozia.

Buon Ferragosto!!!

5 risposte

  1. Grazie Filippo, mito rossonero per quelli della mia generazione (maggio 1963, praticamente un gemello!). Il football inglese resta giustamente il punto di riferimento assoluto di questo sport. Per tutti gli appassionati e in particolare per noi, che siamo tutti discendenti di Sir Herbert Kiplin, il nostro fondatore

  2. Articoli come questo, soprattutto per chi segue con passione questo sport rendono “romanzo” anche semplici annotazioni storiche. La cura con cui Filippo ci racconta degli stadi e prima ancora delle città e dei protagonisti delle squadre ci dona momenti di pura emozione. I colori delle maglie e gli aneddoti spesso gustosi che Filippo descrive creano un filo narrativo che grazie a questi dettagli ti cattura e ti fa comprendere di come il calcio non possa considerarsi semplicemente uno sport. Il calcio è molto di più, è vita è storia di persone, di paesi, di popoli. E Filippo continua a giocare la sua partita infinita. Sembra quasi un percorso al contrario. Un campione che dal campo di gioco sale sulle gradinate e si mette in viaggio verso tutto ciò che lo circonda.Grazie davvero!

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