Premessa
Roberto De Zerbi non ha bisogno di essere difeso, Roberto De Zerbi non vuole essere difeso, pertanto, sebbene mi leghi a lui una conoscenza di vecchia data ed una stima smisurata per ciò che ha fatto nel calcio da giocatore prima e allenatore poi, ciò che proverò a dire nasce solo dal desiderio di esprimere il mio pensiero rispetto a quanto letto e ascoltato dopo la sconfitta del Brighton per 6-1 sul terreno del Villa Park contro l’Aston Villa.
Sabato 30 settembre 2023 : Aston Villa-Brighton 6-1
L’Aston Villa ha ampiamente meritato la vittoria, senza se e senza ma.
Ciò che dal mio punto di vista è riprovevole è la mancanza di onestà intellettuale con cui in molti, tra giornalisti, commentatori e addetti ai lavori abbiano tratto conclusioni su alcuni temi tra cui: il possesso palla e la costruzione dal basso. Si è affermato che il dato del possesso palla non ha alcun significato ma, ancor peggio, qualcuno lo ha fatto schernendo coloro che invece ne sostengono l’importanza, indipendentemente dalla correlazione con il risultato, sottolinenando come all’aumentare del possesso palla a favore del Brighton, aumentasse il vantaggio numerico del risultato a favore dei Villans di Emery.
Partendo dal presupposto che il dato del possesso palla, in termini quantitativi, non può dirci più di tanto perchè andrebbe correlato con una serie di altri dati, perchè dovremmo sapere in quali parti di campo si determina ecc…non possiamo restare in silenzio quando lo stesso viene strumentalizzato in senso negativo.
Allo stesso modo per i restauratori del cosiddetto calcio pratico, sarebbe meglio chiamarlo speculativo, o anche del calcio “kick and run” ossia del calciamo la palla in avanti e corriamo nei pressi della sua possibile ricaduta per riguadagnarne il possesso , non è sembrato vero poter attaccare chi, come De Zerbi, ritiene la “costruzione dal basso” uno strumento fondamentale per sviluppare il proprio gioco, attirando gli avversari e, a secondo del loro comportamento, decidere come attaccare gli spazi lasciati liberi, con giocate corte o lunghe in base a dove questi spazi si trovano e soprattutto in base a come vengono letti dai giocatori.
Ciò che mi preme sottolineare non è la necessità di sostenere una posizione o l’altra – ognuno ha il diritto di scegliere la costruzione dal basso o il “calcio pratico-speculativo” o, perchè no , ricorrere ad entrambi nel corso della partita – ma il messaggio che alcuni telecronisti e alcune “voci tecniche”, con i loro commenti e considerando la loro enorme valenza mediatica, veicolano al pubblico.
Sì perchè nel pubblico vi sono anche coloro che lavorano nel mondo del calcio giovanile, professionistico e dilettantistico, ci sono giovani che si stanno avvicinando al calcio, praticanti e spettatori, a cui il messaggio suona più o meno così: << per vincere non è importante tenere la palla, lasciatela all’avversario. Prima o poi commetterà l’errore che vi permetterà di prevalere e vincere la partita>>.
La nostra cultura calcistica si genera e si diffonde in più luoghi e in differenti modalità. Ne citiamo solo alcuni : il Settore Tecnico di Coverciano, gli Atenei Universitari, in particolare nelle facoltà di Scienze Motorie e, appunto, i vari media, tradizionali e social.
Penso che avrebbe più senso se, per i nostri giovani allenatori e allenatrici, giocatori e giocatrici, passassero messaggi differenti, che potremmo così riassumere:
- ci si diverte di più quando si ha la palla rispetto a quando bisogna rincorrerla.
- con il possesso palla si vuole provare ad essere protagonisti della partita e del proprio destino provando a determinare cosa succede in campo.
- mantenere il possesso palla, oltre a dare più possibilità di provare a creare le condizioni per fare goal, è anche una forma di fase difensiva che ha l’obiettivo di diminuire il numero di transizioni negative e, qualora si riesca a mantenerlo nella metà campo avversaria, di diminuire i minuti in fase difensiva nella propria metà campo e, verosimilmente, il pericolo di subire goal.
Come ho già avuto modo di sostenere in altri articoli, ritengo che, solo in questo modo potremo mettere i protagonisti (calciatori) nelle condizioni di scegliere perchè, solo conoscendo e praticando l’uno, definiamolo per semplicità “calcio di possesso”, si può passare all’altro, definiamolo per semplicità “calcio pratico-speculativo”, viceversa il passaggio (switch direbbero quelli bravi) sarebbe molto più difficile se non impossibile.
Uscendo dal tema più strettamente filosofico-culturale e soffermandoci su quanto stia facendo De Zerbi al Brighton, aggiungiamo che, nella partita giocata al villa Park, ha esordito nell’undici iniziale un centrocampista classe 2005, che la rosa a disposizione di Mister de Zerbi è qualitativamente inferiore a quella di almeno dieci squadre della Premier League e che per questo il lavoro di valorizzazione del patrimonio del Club sta andando, così come i risultati sportivi, ad oggi, nella direzione giusta. Non dimentichiamoci che il Club partecipa ad una competizione europea, l’Europa League, per la prima volta nella sua storia. Tutto questo però non rientra nelle competenze
Lo stesso Guardiola, per completezza, diversi anni fa, analizzando le partite del Barcellona, ci disse che quando la % di possesso palla eccede determinati valori, diventa controproducente perchè è spesso sinonimo di mancanza di efficacia e di incapacità di entrare nel sistema difensivo avversario con filtranti, imbucate (passaggi chiave) o dribbling. Alcuni di quei dati di cui parlavamo in apertura.
Tutto questo non rientra nelle competenze o, forse, viene omesso da professionisti che distruggono a chiacchiere il lavoro di altri professionisti alimentando luoghi comuni anzichè approfondire le questioni.
Concludo aggiungendo che, se è vero che in una singola partita, la % di possesso palla sia ininfluente sul risultato finale, tale valore nel corso di un intero campionato ha una correlazione con il risultato raggiunto.
Di seguito alcuni grafici forniti da kama.sport (ringrazio Simone Rizzo per la disponibilità), relativi alle 5 top leghe europee più l’Eredivisie olandese, in cui sono correlate le posizioni di classifica finale (da sx a dx) e la % di possesso palla (istogramma), della stagione passata (2022-’23), da cui potete trarre le vostre considerazioni e conclusioni.
SERIE A
LA LIGA
LIGUE 1
PREMIER LEAGUE
BUNDESLIGA
EREDIVISIE
4 risposte
Ho sentito anch’io commentatori darsi di gomito e sogghignare davanti al risultato tennistico di Aston Villa-Brighton.
Mettiamola così: è come quando il primo della classe, cocco della maestra, sbaglia il compito e torna al posto con un bel “4”. Il livello è quello lì: non particolarmente maturo o sofisticato, ma umanamente comprensibile.
Perché, se è vero che non è giusto dar contro a De Zerbi in quanto “primo della classe”, è altrettanto innegabile che la maggior parte della critica lo idolatra facendolo assurgere come portatore dell’unico modo possibile di giocare a calcio. E gli estremismi fanno sempre male.
Che De Zerbi sia bravissimo è innegabile, che stia ottenendo grandi risultati idem (senza dimenticare il lavoro di Potter che era al Brighton prima di lui!), ma Emery sabato ha fatto vedere che si può giocare e vincere anche in un altro modo. Magari al ritorno il risultato si invertirà, ma non per questo uno sarà un genio e l’altro un asino.
Sono d’accordo con te sul criticare chi spara giudizi sferzanti avendo una certa visibilità e potendo quindi influenzare altre persone: commentatori, seconde voci e giornalisti dovrebbero lasciare da parte le battute o, se ne sono capaci, supportarle con dati di fatto e ragionamenti concreti.
Personalmente, come sai, combatto da anni una personale lotta contro il dogma del possesso palla “sic et simpliciter”: non sapevo della citazione di Guardiola che lo riteneva controproducente se superiore ad una certa percentuale. Volendo fare la battuta, potrei dire “sono contento che anche Pep la pensi come me”.
La mole di dati e statistiche a disposizione oggi ci permette di non considerare il possesso palla da solo, ma di leggerlo insieme ad altre informazioni che ci restituiscono un’immagine più chiara della partita che stiamo vedendo: in che zona del campo la squadra ha la palla? Qual è il frutto di questo possesso: tiri verso la porta? Azioni pericolose? Oppure sterile ti-tic ti-toc tra difesa e centrocampo? Fa una certa differenza.
Grazie per le statistiche sui vari campionati europei, che -è vero- mostrano come tutte le vincitrici abbiano un possesso palla superiore alla media, ma ti propongo quest’altra lettura: se consideriamo le prime quattro di ognuno dei sei campionati analizzati, vediamo che in 11 casi su 24 (quasi la metà) le squadre hanno un possesso palla nella media (9 “gialli”) o sotto la media (2 “rossi”) della lega in cui militano. Sarebbe interessante vedere la stessa statistica con le azioni da gol create o con i tiri in porta, che è un dato più oggettivo: intuitivamente, in quel caso la correlazione con la posizione in classifica sarebbe maggiore.
Ciao Mario, non sei il primo a sostenere che De Zerbi sia idolatrato da gran parte della critica pertanto devo pensare che sia proprio così anche se in verità a me sembra che, proprio per il suo pensiero di calcio che si distacca da una consuetudine italiana, stia sulle palle a molti. Un po’ come succede, con le dovute proporzioni, a Guardiola.
Quando parli di Emery, sfondi una porta aperta perchè anch’io lo ritengo uno degli allenatori più preparati e, proprio su questo tema, avrei preferito che gli addetti ai lavori avessero posto la questione su cos’abbia preparato l’allenatore spagnolo per mettere in difficoltà gli uomini di De Zerbi.
Per quanto riguarda il resto della tua disamina mi sembra essere il linea con quanto da me esposto. Permettimi solo di dirti che se il ti-tic ti-toc tra difesa e centrocampo da sterile (comunque fase difensiva) si accende e verticalizza improvvisamente comporta un’altra differenza!
Sulla richiesta di correlazione di ulteriori dati passo la palla agli amici di KamaSport.
Grazie per il tuo intervento e la possibilità di confronto.
Interessante l’articolo di Filippo. E interessante il dibattito che si sta generando sui social a proposito dei riflessi della sconfitta di De Zerbi. Il nome della sua squadra guarda caso resta in secondo piano. Condivido pienamente le argomentazioni di Filippo che mostra ancora una volta tutta la sua competenza. Sono anche felice di leggere commenti e critiche su questa tema da parte di molti sportivi che a volte mi sembrano più intelligenti e preparati di quanti scrivono o commentano su giornali e TV. Credo che in Italia, ma forse non solo, ci sia un serio problema di comunicazione. Tutto viene… dopo il risultato. E tutto viene orientato all’eccesso pur di raccogliere maggiore attenzione. È caccia allo sguub come direbbe Biscardi. E purtroppo interessanti valutazioni e diversità di idee sul modo di giocare sono soffocate dalla voglia di fare il titolone.
Ma come dice Filippo ci vorrebbe gente più preparata a leggere la e partite e fare giudizi. Perché c’è bisogno di intendere il movimento calcio nel suo aspetto e valore culturale e sociale.
Per fortuna questo blog lo permette!
Come mi sono espresso in altre occasioni, non sposo un sistema, ma mi piace, nei miei limiti, analizzarne di ognuno punti di forza e debolezza.
Non credo esista un sistema migliore dell’altro, ma ogni sistema ha una sua finalizzazione e tiene conto della qualità dei giocatori in rosa.
Riconosco, però, che a fini didattici, quindi con riferimento specifico alle scuole calcio, il possesso palla è uno dei metodi per abituare i piccoli calciatori a convivere con i propri compagni e misurarsi con gli avversari.
Trovo molto corretta la precisazione di Filippo, sul fatto che sarebbe stato molto più utile (ed educato lo aggiungo io), analizzare la tattica usata contro De Zerbi, questo giusto per capire, che al fine di vincere una gara specifica non esiste un metodo vincente rispetto all’altro.
Ma, qui, forse è leggermente più vero, che il possesso palla, nell’arco di un periodo più lungo (anche più campionati) molto probabilmente vi sono dei significativi vantaggi.
Quanto dai grafici, da statistico aziendale, dico che non sono molto significativi. Si è vero si vede una lieve tendenza alla correlazione posto in classifica possesso palla.
Ma la correlazione non è netta e, comunque, è vero che chi ha maggiore qualità tecnica (quindi migliore posizione in classifica) , ha anche una migliore gestione e possesso del pallone.
Nel calcio professionistico si gioca per vincere e la diversità di metodo, nell’affrontare una gara, è il sale della bellezza del gioco. A parte i prodigi dei singoli.