YOKOHAMA 2007 – MONDIALE PER CLUB: MILAN-BOCA JUNIORS 4-2.

La Coppa del Mondo per club Fifa 2007, il quarto organizzato dal massimo organismo mondiale, si tenne in Giappone dal 7 al 16 dicembre. Fu la prima grande esclusiva di “Mediaset Premium” e per questo fu richiesta alla redazione dello sport un’ampia copertura.

Sarebbe stata trasmessa la telecronaca di tutte le 7 partite in programma, sui campi di Tokio, Nagoja e Yokohama dove sarebbero state disputate semifinali e finale. Le prime 4 gare sarebbero state commentate da studio, ma io fui inviato per seguirle tutte da bordocampo e realizzare le interviste pre e post. 

Così, parto da solo per il Giappone il giorno dopo Milan-Celtic in Champions (1-0, Inzaghi) e raggiungo la troupe che mi attende a Yokohama, dove Mediaset aveva fissato il quartier generale. Ricordo un freddo tremendo in particolare nel secondo turno tra i tunisini dell’Etoile du Sahel e i messicani del Pachuca (1-0), ma le basse temperature avevano accompagnato anche il primo turno tra gli iraniani del Sepahan e i neozelandesi del Waitakere United (3-1), fino all’incredibile scoperta dei giapponesi degli Urawa Reds, a Saitama nel quarto di finale in cui batterono 3-1 il Sepahan: un tifo europeo chiassoso per 90′, una Curva con bandiere e tamburi, coreografie imponenti.. 

Ricordo una bellissima intervista con Costacurta, sul treno ad alta velocità (600km all’ora che da Nagoja ci riportava a Yokohama: Billy aveva smesso a maggio, iniziando a collaborare con Ancelotti come osservatore. Oltre a quelle degli allenatori e qualche giocatore di tutte le squadre partecipanti, servizi di costume e di colore per i telegiornali, “Guida al campionato” e “Pressing (ci fu spazio, tra l’altro, per far vedere i water nei bagni degli hotel con spruzzi di acqua tiepida orizzontali e verticali…), ricordo anche una lunga intervista registrata con Massimo Ambrosini all’ultimo piano del grattacielo che ospitava il Milan e la diretta per il Tg5 delle 13, le 20 a Yokohama, con Carlo Ancelotti il 15 dicembre alla vigilia della finale. 

Carlo aveva appena finito di cenare con la squadra e ci piazzammo in piedi all’esterno dell’hotel, con alle spalle una bella ruota colorata che faceva molto “ambiente”. Avevamo di fronte il monitor con Cesara Buonamici che conduceva il notiziario. In attesa di collegarci, con la coda dell’occhio noto che Carletto non guarda il monitor, ma fissa me. “Che c’è?”, gli domando senza girarmi e continuando a seguire la Buonamici. “Ho mangiato cotechino”. “E allora?” “Non il cotechino: UN cotechino, intero”. Sorrido: “Però!”. Carlo insiste: “Il problema è che mi si sta ripresentando…”. Ridiamo: “Non fare scherzi che tra poco siamo in diretta”. 

In semifinale i rossoneri eliminano proprio gli Urawa Reds con un gol di Seedorf, mentre il Boca Junior elimina con lo stesso punteggio di 1-0 (Cardozo) i tunisini. Dunque sarà finale tra italiani e argentini: da quando l’Intercontinentale è organizzata dalla FIFA, hanno sempre vinto i sudamericani. Due giorni prima della finale vado a seguire l’allenamento del Boca, in cui giocano tra gli altri Paletta (in seguito Parma, Milan, Atalanta e Monza), Ever Banega (2016-17 all’Inter) e Palacio. Quest’ultimo 2 anni dopo si trasferirà in Italia per disputare 12 stagioni fantastiche tra Genoa, Inter, Bologna e Brescia. In rosa c’è pure Pablo Ledesma (4 stagioni al Catania, da non confondere con Daniel Ledesma, 9 anni alla Lazio e oggi allenatore della Primavera dell’Ascoli). L’impressione che ricavo dal Boca non è positiva, alcuni colleghi argentini mi confermano che la squadra ha problemi e non pare in grande condizione.

Così la domenica della finale, quando alla colazione mattutina in hotel si siedono al mio tavolo Mauro Suma e Carlo Pellegatti muti e tesi come corde di violino, li fisso, sorrido, li mando in tilt: “Ragazzi state calmi, stasera dopo 20 minuti la archiviamo. Finisce 4-0”. Ometto le loro reazioni e le loro risposte. Fatto sta che dopo 21′ segna Pippo Inzaghi… I rossoneri sono scesi in campo con Dida, Bonera, Nesta, Kaladze e Maldini in difesa, Gattuso, Pirlo e Ambrosini a centrocampo, Kakà e Seedorf alle spalle di Inzaghi: il famoso 4-3-2-1 “albero di Natale”. Non so cosa possa essere successo in tribuna stampa, essendo io a bordo campo, quando Palcio segna l’1-1 al 23′, ma immagino gli insulti di Suma e Pellegatti al mio indirizzo.

Il pronostico in ogni caso sarà quasi rispettato: a inizio ripresa in 20′ per il Milan segnano Nesta, Kakà e ancora Inzaghi. Nel finale accorcia Ledesma, finisce 4-2. Vince per la prima volta un’europea la nuova versione del trofeo, per i rossoneri è il 4° titolo dopo quelli del 1969, 1989 e 1990. Nelle interviste del dopopartita, fermo Galliani, gli faccio qualche domanda, poi interviene un collega (Roberto Beccantini) dallo studio: “Galliani, una festa doppia considerato che non avreste nemmeno dovuto partecipare alla Coppa dei Campioni dello scorso anno” (alludendo a Calciopoli del 2006). Galliani si toglie l’auricolare, impreca e se ne va…

In questa edizione della Coppa del mondo per club vengono introdotte sperimentazioni che riguardano arbitri e pallone. Alla normale terna arbitrale sono stati aggiunti altri due arbitri, posizionati uno alle spalle di ogni porta (non avrà seguito). Continua la sperimentazione dei cosiddetti “palloni intelligenti”, contenenti un mircochip per stabilire se la palla sia entrata in porta. 

BIO: Luca Serafini è nato a Milano il 12 agosto 1961. Cresciuto nella cronaca nera, si è dedicato per il resto della carriera al calcio grazie a Maurizio Mosca che lo portò prima a “Supergol” poi a SportMediaset dove ha lavorato per 26 anni come autore e inviato. E’ stato caporedattore a Tele+2 (oggi SkySport). Oggi è opinionista di MilanTv e collabora con Sportitalia e 7GoldSport. Ha pubblicato numerosi libri biografici e romanzi.

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