Prendo in prestito il titolo di un articolo di uno dei principali quotidiani sportivi italiani, in cui, per l’ennesima volta, si parla di costruzione dal basso definendola una moda, un movimento che i giocatori eseguono e che avrebbero in testa come un codice.
Amichevole Italia-Venezuela, si descrive l’azione del goal subito: passaggio di Donnarumma a Bonaventura che sta correndo verso la propria porta con corsa perpendicolare alla linea di fondo, ha l’avversario alle spalle, in pressione su di lui, lo sente ma non lo vede, non sa dove può essere contrastato, non avverte il pericolo, nemmeno se ne preoccupa, prova ad eseguire un retropassaggio al compagno, in questo caso a Buongiorno, sbagliandone la misura, palla intercettata dall’avversario e avviene il patatrac…pareggio del Venezuela.
Questo sarebbe il gesto tecnico eseguito secondo un codice.
Quello che vorrei ribadire è che non ce l’hanno in testa come un codice, o almeno non dovrebbero averlo, perché nel loro percorso formativo dovrebbero essere stati allenati non alle situazioni di gioco da ripetere e codificare, a prescindere, ma a riconoscere le situazioni di gioco, a comprenderle e a decidere-scegliere di conseguenza, trovando la soluzione migliore.
Sono le letture, pertanto, che vanno allenate ma se continuiamo ad amplificare, demonizzare l’errore, difficilmente riusciremo ad invertire la rotta rispetto alla nostra cultura calcistica, ammesso che la si voglia davvero invertire perché le ventate di restaurazione sono sempre più forti e arrivano da contesti in cui la comunicazione ha un effetto elevato all’ennesimo potenza e, va da sé, anche la ricaduta sull’opinione generale.
Le letture delle situazioni di gioco non vanno allenate in età adulta, o meglio non si può cominciare in età adulta ma occorre farlo sin da quando i nostri calciatori o calciatrici iniziano a tirare i primi calci ad un pallone. Nelle scuole calcio, nei settori giovanili. Per far questo dobbiamo avere allenatori e figure professionali, preparate, competenti.
Vero è che, come si legge nell’articolo, anche le squadre di Guardiola, quando il portiere, oggi il brasiliano Ederson, legge la pressione sul compagno che viene incontro ed anche una difficile possibilità di sviluppo dell’azione, scelga il lancio verso una zona, nella metà campo offensiva, in cui si è generata una situazione di 1vs1 tra l’attaccante e il difendente avversario.
Siamo però nel campo della scelta e, per scegliere devo aver sperimentato le varie situazioni, di nuovo, devo saperle leggere, riconoscerle.
Mi capita molto raramente di vedere un articolo di giornale che enfatizzi la bellezza corale di un’azione costruita dal basso e, credetemi, ce ne sarebbero tante, anche se non hanno come esito il goal o la conclusione in porta ma hanno portato a guadagnare un calcio d’angolo o ad una punizione da cui è scaturito il goal. Al contrario si enfatizza, si incrimina l’errore. Tra l’altro, se vogliamo dirla tutta, il primo goal di Retegui arriva da un tentativo di liberarsi della palla da parte del portiere venezuelano!
Spiace leggere frasi come “siamo alle comiche”, in riferimento al secondo goal subito dal Pisa a Como nella 30^ giornata del campionato di serie B dello scorso 16 marzo, dando la responsabilità alla costruzione dal basso. La costruzione dal basso non va isolata dal gioco, non è qualcosa a parte rispetto al gioco ma ne è parte.
Abbiamo bisogno di uno sguardo e di una spinta al futuro ma continuiamo a rivolgerci al passato che, di per sé, ha un valore inestimabile ma non può e non deve impedire di provare ad abbracciare il cambiamento.
11 risposte
Il discorso è lungo e hai detto correttamente che non è il problema la costruzione dal basso, quanto la capacità di leggere le situazioni.
Ma si sa, si va per il sottile anche in tante giovanili si punta a calciarla lunga per tenere la palla lontana.
Non sono un oltranzista della ripartenza dal basso, ma allenando quest’anno i pulcini devo dire che spesso sono in difficoltà e prendiamo gol, ma col tempo impareranno, e lascio scegliere al portiere cosa fare.
Essendo un’armonia che si deve sviluppare con scivolamenti e giro palla, ci vuole tempo.
Buonasera, condivido il concetto di “leggere le situazioni”. Proprio per questo penso che, quando non ci sono le condizioni, vuoi per una corsa sbagliata di un compagno, vuoi per per una pressione particolarmente forte degli avversari, non si debba ricercare sempre la costruzione dal basso ma si possa, talvolta, andare anche a cercare la punta ed eventualmente giocarsi una seconda palla.
Buonasera Gigi e grazie per il tuo intervento. Mi fa piacere che le considerazioni arrivino da un allenatore dei pulcini. A questa età i bambini non sono in grado di calciare la palla molto distante e tanto meno in modo preciso e questo, di per sè, dovrebbe favorire l’idea di avanzare nel campo con passaggi tra i compagni. Tutto ciò richiede collaborazione, pazienza e, certamente, anche mettere in conto di subire qualche goal ma, ciò che avrò imparato in quegli anni me lo porterò avanti nel tempo e forse staremmo un po’ meno a discutere su costruzione o non costruzione. Buon lavoro Gigi.
Concordo in pieno
Purtroppo la non cultura porta a strumentalizzare e questo è il risultato.
La cosa peggiore a mio avviso che troppi pochi addetti ai lavori (allenatori top) sfruttano i media per cercare di creare informazione e cultura.
Mi viene in mente una citazione di mr Spalletti che in questo contesto del calcio c’è la volontà di tenere basso il livello in modo tale per molti (disinformati) e’ possibile “sguazzarci” (rimanere all’interno del
movimento).
Ciao Alessio, grazie per il commento. Si, credo che ci sia poca voglia di portare il livello del dibattito a livelli superiori. La costruzione dal basso è un’assunzione di responsabilità, va allenata e lasciare che i giocatori comprendano: la tecnica diventerà lo strumento per risolvere le situazioni di gioco e non un fine a sè stante. a presto.
Il problema è che bisognerebbe non prendere parte ma appunto valutare, come scritto nell’articolo. A volte palla terra coi passaggi corti viene bene, a volte bisogna lanciare. Leggendo appunto la situazione.
Invece qui la cosa più importante è diventata la discussione. Venti anni fa c’erano più trequartisti e si cercavano solo lanci e si criticava che non si giocava palla a terra. Ora è tornato il gioco corto, col nome costruzione dal basso e una nuova evoluzione e sono nati due partiti rabbiosi a favore e contro. Come ai tempi di zona e uomo. Ma oggi come allora l’importante dovrebbe essere non considerare sta roba come un dogma, ma come una possibilità.
Lo stesso Brighton se ha l’occasione arriva al tiro con due passaggi verticali lunghi…
… così come ai tempi di zona e uomo i più intelligenti ci scherzavano e non si arrabbiavano (Orrico diceva che la distinzione in realtà non esisteva, mentre Liedholm se incontrava un fuoriclasse lo faceva marcare a uomo a tutto campo).
Io credo nella capacità di riconoscere i vantaggi del fraseggio basso e di scegliere autonomamente la giocata migliore da fare. È pur vero che Ederson può calciare lungo se i suoi attaccanti si sono predisposti per ricevere il lancio quindi è il potenziale ricevitore che detta la giocata e Bonaventura nel caso specifico chiede quella palla.
Donnarumma però è obiettivamente l’unico ad avere una visione talmente ampia da poter intuire che Bonaventura non avrebbe potuto giocare efficacemente sul terzo uomo, credo che qui l’errore sia suo.
Buonasera Domenico e grazie per il tuo intervento di cui concordo la prima parte mentre, pur rispettandola, rispetto alla scelta di Donnarumma: entrambi partiamo dal fatto che non sappiamo quali siano le indicazioni dell’allenatore dopodichè nella situazione di Donnarumma, considerando le qualità di Bonaventura, avrei eseguito il medesimo passaggio. Mi sarei aspettato da Bonaventura un controllo a seguire (in direzione della sua corsa) per poi valutare cosa avrebbe fatto il giocatore venezuelano (quello che ne intercetta il passaggio e segna) per poi decidere cosa fare. Ma noi siamo qui a discuterne seduti, lì avviene tutto velocemente. Comunque la soluzione dello “spazzare via” l’avrei vissuta come uno scarico di responsabilità e, da chi gioca tra i professionisti, ma non solo, non me lo aspetto e non mi piace.
Ciao Giovanni, purtroppo le parti vengone prese da chi ha grande influenza dal punto di vista della comunicazione e quindi del messaggio che arriva, non solo agli addetti ai lavori ma anche al pubblico.
Buongiorno. Musica per le mie orecchie !!! Ogni opinione e’ rispettabilissiama . Gia’ dai pulcini si insegna a partire dal portiere e a riconoscere le situazioni che si imaprano con gli errori. Mi risulta anche che e’ vietato il rinvio lungo oltre la meta’ campo. quindi dovrebbe essere piu’ facilitato l’insegnamento dello sviluppo dell’azione dal basso. Sono completamente daccordo sul tuo pensiero .Buona giornata Filippo
Grande Filippo il Mantova in serie c sta stravincendo il campionato con la costruzione dal basso miglior attacco e miglior difesa purtroppo in Italia non si accetta il cambiamento da parte dei giornalisti amici degli amici ma se guardiamo chi kon si abitua al cambiamento e alla evoluzione sta sprofondando……il Mantova e Possanzini stanno dimostrando che le idee e il bel gioco possono portare alla vittoria in qualsiasi categoria